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Ragazzi che odiano la scuola

Ragazzi che odiano la scuola

Un libro per aiutare i genitori a passare le regole ai figli senza comandare

E’ da poco iniziato l’anno scolastico e sarà certamente per molti un anno ricco di cose belle (incontri con maestri che lasceranno tracce importanti nella vita, costruzione di amicizie inossidabili, primi o giovani amori, apprendimento di concetti nuovi, esercizio di competenze, etc. etc.), ma potrebbero essercene altre meno gradevoli (screzi, litigi, incomprensioni, non riconoscimenti, insufficienze, etc., etc. ..). Per alcuni studenti le situazioni spiacevoli nel mondo della scuola sono cosi tanto frequenti e ricorrenti da renderla un luogo di piccole o grandi sofferenze.

Nel suo ultimo libro, “Ragazzi che odiano la scuola. Come negoziare con i più difficili.” edizioni La fabbrica dei segni, il prof. Marco Vinicio Masoni (psicologo, psicoterapeuta) ce ne parla. Racconta dei ragazzi, e la fa rivolgendosi ai genitori e agli insegnanti per aiutarli a capire ed intuire come fare con loro.

Quale genitore, quale insegnante infatti non è incappato, almeno una volta nella sua vita, nella fatica di far obbedire il proprio figlio, la propria figlia, lo studente o la classe di ragazzi?

Sappiamo che queste difficoltà sono esperienza comune per molti adulti oggi. In effetti, ci dice il grande esperto di relazione educativa: “Educare ed insegnare comandando, passando ordini ai ragazzi è diventato più difficile rispetto a un tempo”.

Perchè?

Non perchè, come sostiene qualcuno, viviamo tempi di decadenza, gli adulti si sono rammolliti o i ragazzini non hanno più valori, ma perchè, in una società democratica matura come la nostra, che ha portato il valore dell’individuo alla punta più estrema, i bambini avvertono un senso di dignità nuovo. Non solo, i minori oggi hanno dei diritti (il che è un bene e va difeso), questo si traduce per l’adulto nella percezione di avere limiti nuovi nelle azioni con loro, vincoli sconosciuti solo qualche decennio fa. Da qui, l’avvertire con insofferenza, da parte dei ragazzini, ordini e comandi.

Facciamo un esempio. Se dico a mio figlio: “Francesco studia!” Sto usando nella comunicazione con lui un ordine. In maniera intenzionale, ma spesso inconsapevole, Francesco, per difendere il suo orgoglio, si ribella al mio comando. In che modo lo fa? Non studiando. Capite bene che non studiare può diventare, nel lungo periodo, per Francesco, impegnato a tutelare la sua dignità, ma anche per me adulto, un problema. Pertanto io, mamma, con il mio modo di dire cose a Francesco, comandando, contribuisco ad orientare e dare significato alle sue azioni, quindi, alimento il problema.

Ovviamente, le regole servono alla vita civile.

Che fare quindi?

La grande sfida educativa proposta dal Masoni in questo testo, è quella di “passare regole senza comandare”. Per raggiungere questa meta alta e sofisticata occorre che il genitore, l’insegnante, oggi, si attrezzi di competenze e strumenti comunicativi adeguati ai tempi. Per metterli a punto occorre che l’adulto parta dal suo autocambiamento. Attenzione, la visione di Masoni, non è utopica, ci ricorda infatti che

“Cambiare è difficile perché la nostra identità è costruita grazie a un atteggiamento ripetuto degli altri: se cambio, obbligo anche gli altri al cambiamento. E non è detto che lo vogliano. Cambiare quindi è difficile perché spesso gli altri si oppongono al cambiamento.”

Lo stile della narrazione dell’autore è chiaro ed incalzante, di facile lettura. La formula è quella della formazione d’aula, accade così che, quasi improvvisamente e quasi magicamente, ci si trovi da docenti a rivestire i panni dei genitori e poi da genitori quello dei ragazzi. Una sorta di breve “terapia” celata nella lettura.

Il lettore che non si accontenta di una lettura rapida e veloce, può scoprire nella filosofia del Masoni già un metodo risolutivo: non compaiono giudizi di valore sulla persona stabili e certi, non vi sono attestazioni di verità assolute, non si dichiarano dogmi, prevalgono l’intento di stare bene, cercando di capire, farsi capire, aiutare a capirsi e trovare accordi rispettosi.

Trovo quest’opera, raffinata nella sua costruzione, attenta a rendere naturali i passaggi e la salita verso una conoscenza che alla fine vi sembrerà ovvia. Un testo fondamentale anche per chi oggi si avvicina al mondo della scuola, con l’idea che si possa lavorare nella scuola (psicologi, educatori, pedagogisti, psichiatri …).

Buona lettura a tutti!

Per gli insegnanti e i genitori interessati la dott.ssa Marzia Sellini, allieva del dott. M. V. Masoni, che collabora col Centro di Formazione e Studio – Laboratorio di Psicologia di Milano conduce a Brescia, nel suo studio di Via Gorizia, 6, con cadenza mensile, incontri volti a condividere queste conoscenze e ad apprendere gli strumenti comunicativi e relazionali utili a favorire la relazione con gli studenti e con i figli.


Ringrazio per questo interessante approfondimento e stimolo alla riflessione:
dott.ssa Mariza Sellini
Psicologa e psicoterapeuta
telefono 338 458 16 05
mail: marziasellini@gmail.com

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Quale genitore, quale insegnante infatti non è incappato, almeno una volta nella sua vita, nella fatica di far obbedire il proprio figlio, la propria figlia, lo studente o la classe di ragazzi?

Sappiamo che queste difficoltà sono esperienza comune per molti adulti oggi. In effetti, ci dice il grande esperto di relazione educativa: “Educare ed insegnare comandando, passando ordini ai ragazzi è diventato più difficile rispetto a un tempo”.

Perchè?

Non perchè, come sostiene qualcuno, viviamo tempi di decadenza, gli adulti si sono rammolliti o i ragazzini non hanno più valori, ma perchè, in una società democratica matura come la nostra, che ha portato il valore dell’individuo alla punta più estrema, i bambini avvertono un senso di dignità nuovo. Non solo, i minori oggi hanno dei diritti (il che è un bene e va difeso), questo si traduce per l’adulto nella percezione di avere limiti nuovi nelle azioni con loro, vincoli sconosciuti solo qualche decennio fa. Da qui, l’avvertire con insofferenza, da parte dei ragazzini, ordini e comandi.

Facciamo un esempio. Se dico a mio figlio: “Francesco studia!” Sto usando nella comunicazione con lui un ordine. In maniera intenzionale, ma spesso inconsapevole, Francesco, per difendere il suo orgoglio, si ribella al mio comando. In che modo lo fa? Non studiando. Capite bene che non studiare può diventare, nel lungo periodo, per Francesco, impegnato a tutelare la sua dignità, ma anche per me adulto, un problema. Pertanto io, mamma, con il mio modo di dire cose a Francesco, comandando, contribuisco ad orientare e dare significato alle sue azioni, quindi, alimento il problema.

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“Cambiare è difficile perché la nostra identità è costruita grazie a un atteggiamento ripetuto degli altri: se cambio, obbligo anche gli altri al cambiamento. E non è detto che lo vogliano. Cambiare quindi è difficile perché spesso gli altri si oppongono al cambiamento.”

Lo stile della narrazione dell’autore è chiaro ed incalzante, di facile lettura. La formula è quella della formazione d’aula, accade così che, quasi improvvisamente e quasi magicamente, ci si trovi da docenti a rivestire i panni dei genitori e poi da genitori quello dei ragazzi. Una sorta di breve “terapia” celata nella lettura.

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Trovo quest’opera, raffinata nella sua costruzione, attenta a rendere naturali i passaggi e la salita verso una conoscenza che alla fine vi sembrerà ovvia. Un testo fondamentale anche per chi oggi si avvicina al mondo della scuola, con l’idea che si possa lavorare nella scuola (psicologi, educatori, pedagogisti, psichiatri …).

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