Skip to main content

Mia figlia non è intelligente!

Mia figlia non è intelligente!

“Dottoressa sono molto preoccupata, temo che mia figlia non sia intelligente. Ha dodici anni e non va molto bene a scuola, fa fatica, passa ore su quei libri eppure i risultati non arrivano, non sono brillanti.”

La preoccupazione di questa signora è molto diffusa oggi tra i genitori, potremmo dire che è uno dei pensieri sommersi, sottaciuti, che ogni tanto affiorano coi discorsi condivisi.
Ovviamente ogni ragazzo va considerato individualmente, poichè ogni storia è a sè, tuttavia possiamo abbozzare alcune idee generali sul tema.

Intanto, quando ha origine questa paura? Potremmo dire che il pensiero del “non essere intelligenti” origina nel momento in cui si comincia a sostenere che vi sia una “cosa”, l’intelligenza appunto e che tale “cosa” sia misurabile, sottoponibile a valutazione. Solitamente la si rappresenta, quindi la si immagina, come una lampadina collocata dentro al cranio.
Quando accade tutto questo? All’incirca un secolo fa, allorché Binet, inventò il test del quoziente intellettivo (QI).
Perchè Binet inventa questo test? Perché le autorità francesi volevano misurare i benefici dell’educazione scolastica. In altre parole, dice il dott. Marco Vinicio Masoni, “volevano vedere come un diverso atteggiamento nell’insegnamento, da parte dei docenti, favorisse l’incremento dei risultati scolastici nei bambini”.

Chiaro? Binet inventa il test per favorire cambiamenti nelle modalità d’insegnamento, nel modo di porsi verso i ragazzi degli insegnanti (nell’uso del linguaggio, nella scelta dei tempi, nelle attenzioni verso i singoli …) e quindi per facilitare l’apprendimento, non, come si è comunemente creduto, per attestare l’entità dell’intelligenza, tu ne hai 90, tu 110 etc. scambiando così un costrutto per un concetto. Probabilmente da allora si crede sia possibile attribuire un valore fisso. Ma la questione apre lo spazio ad una delicata riflessione etica.

Ora, se volessimo definire l’oggetto di cui stiamo trattando, scopriremmo qualcosa di veramente interessante, non c’è un’unica definizione di questo costrutto, tante possono essere le definizioni, tante, almeno quante sono le teorie che sono state proposte dalla scienza negli anni sull’argomento.

La definizione, attualmente più condivisa tra gli studiosi è la seguente:

“l’intelligenza è la capacità di produrre un comportamento adattivo e funzionale al raggiungimento di uno scopo, un comportamento che affronti con successo le sfide dell’ambiente e che permetta di realizzare gli scopi prefissati.”

Eppure, oggi, i più aggiornati, sanno che abbiamo tanti tipi d’intelligenza, non una sola e che, in corrispondenza ai mutamenti storici e culturali cambiano le intelligenze che la società richiede e che vengono poi riconosciute, chissà in futuro quali saranno?

Arrivando al dunque, quali suggerimenti passare a questa signora?

Innanzitutto le direi :
“Signora lei ritiene sua figlia non sia intelligente per cosa?
Cosa crede sua figlia non sia capace di fare?
Quale obiettivo pensa sua figlia debba raggiungere che ancora non ha raggiunto?
In che cosa riesce bene?
Cosa le risulta facile svolgere?”

Dopodiché vorrei capire meglio con la ragazza cosa crede, pensa, che convinzioni su di sè ha radicato. Vede, la volontà di agire, la cosiddetta ‘motivazione’ è strettamente legata a ciò che lei crede di se stessa, le dirò di più, quel che lei crede di se stessa e quel che gli altri credono di lei, la fa muovere, non il contrario. C’è qualcosa che la sta bloccando, un pensiero, una credenza, un timore … varrebbe la pena scoprirlo insieme a lei. Solo lei infatti può dircelo.

Di questi problemi e di come poterli affrontare parleremo nei prossimi incontri di formazione destinati ai genitori, il prossimo riguarda l’arte della negoziazione con i figli.

Che c’entra vi chiederete l’arte del negoziare con il dubbio dell’intelligenza?

Vedete, talvolta la ragazza, il ragazzo, fatica negli studi per ragioni identitarie, si è convinta/o di essere stupido. In queste circostanze, apprendere come il genitore può intervenire , a livello comunicativo e relazionale, serve  per favorire un suo cambiamento.


Ringrazio per questo interessante approfondimento e stimolo alla riflessione:
dott.ssa Mariza Sellini
Psicologa e psicoterapeuta
telefono 338 458 16 05
mail: marziasellini@gmail.com

Altri articoli della dott.ssa Sellini per Bresciabimbi

Giocatori disordinati?

Giocatori disordinati?

Riflessione sulle tecnologie e sui rischi per la salute dovuti all’uso eccessivo di questi mezzi di comunicazione non solo nei ragazzi
Quando la voglia di studiare va in vacanza

Quando la voglia di studiare va in vacanza

Cancelli chiusi, ma la stessa cosa non la si può dire, in molti casi, per i compiti … quelli sono come alcuni cantieri, ancora aperti …
Non vuole più andare a scuola

Non vuole più andare a scuola

In Italia hanno iniziato a chiamarli “gli Sdraiati”. Chi sono? Ragazzi che hanno fatto abbandono scolastico precocemente e che non sopportano più la scuola.
Il bambino che si tocca

Il bambino che si tocca

Riflessione su come approcciarsi al bambino che "si tocca"
Mia figlia non è intelligente!

Mia figlia non è intelligente!

“Dottoressa sono molto preoccupata, temo che mia figlia non sia intelligente. Ha dodici anni e non va molto bene a scuola, fa fatica, passa ore su quei libri eppure i risultati non arrivano, non sono brillanti.”
Che fare quando sono gli altri a prenderlo in giro?

Che fare quando sono gli altri a prenderlo in giro?

Consigli per genitori per riflettere su cosa fare quando il figlio viene preso in giro
Come farlo studiare

Come farlo studiare

Riflesisoni e condierazioni su un tema abbastanza diffuso oggi: quello del ragazzo che non studia.
Che fare quando il bambino balbetta?

Che fare quando il bambino balbetta?

Un intervento coi genitori, con un invito ad un loro auto cambiamento, potrà permettere di risolvere o alleviare il problema delle balbuzie del figlio
Mia figlia non mangia!

Mia figlia non mangia!

Riflessione per genitori preoccupati perchè la figlia adolescente (è soprattutto femminile l’espressione di questo problema) da un pò di tempo in famiglia non mangia, o mangia poco
Della voglia di studiare

Della voglia di studiare

Perchè studenti brillanti, intelligenti sembrano voler non riuscire negli studi? Perchè ragazzi che sono sempre andati bene possono di colpo, cambiare atteggiamento verso la scuola?
Ragazzi che odiano la scuola

Ragazzi che odiano la scuola

Un libro per aiutare i genitori a passare le regole ai figli senza comandare
Che fare se mangia tropo o si abbuffa?

Che fare se mangia tropo o si abbuffa?

Qual è il criterio a partire dal quale stiamo affermando, oggi, che quella quantità è “troppa”?”

[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]



Potrebbe anche interessarti leggere:

[adinserter name=”Correlati”]

 


Cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti alla newsletter!

Lascia la tua mail per restare sempre aggiornato sulle novità e le proposte interessanti, quelle che accendono il sorriso!
iscriviti-newsletter

Cerchi un CORSO per BAMBINI o per TE?

La tua PUBBLICITA’ su Bresciabimbi

Promuovi i tuoi eventi, corsi o la tua attività tramite i canali del portale

Promuoviti-con-Bresciabimbi-icona-

Le tue segnalazioni!

Comunica gli eventi o i corsi che organizzi o conosci, è facile, veloce e gratuito!Segnala

Cosa facciamo oggi?

Guarda il CALENDARIO degli EVENTI in programma e trova tante buone idee

CALENDARIO

Festa di COMPLEANNO no problem!

[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]

“Dottoressa sono molto preoccupata, temo che mia figlia non sia intelligente. Ha dodici anni e non va molto bene a scuola, fa fatica, passa ore su quei libri eppure i risultati non arrivano, non sono brillanti.”

La preoccupazione di questa signora è molto diffusa oggi tra i genitori, potremmo dire che è uno dei pensieri sommersi, sottaciuti, che ogni tanto affiorano coi discorsi condivisi.
Ovviamente ogni ragazzo va considerato individualmente, poichè ogni storia è a sè, tuttavia possiamo abbozzare alcune idee generali sul tema.

Intanto, quando ha origine questa paura? Potremmo dire che il pensiero del “non essere intelligenti” origina nel momento in cui si comincia a sostenere che vi sia una “cosa”, l’intelligenza appunto e che tale “cosa” sia misurabile, sottoponibile a valutazione. Solitamente la si rappresenta, quindi la si immagina, come una lampadina collocata dentro al cranio.
Quando accade tutto questo? All’incirca un secolo fa, allorché Binet, inventò il test del quoziente intellettivo (QI).
Perchè Binet inventa questo test? Perché le autorità francesi volevano misurare i benefici dell’educazione scolastica. In altre parole, dice il dott. Marco Vinicio Masoni, “volevano vedere come un diverso atteggiamento nell’insegnamento, da parte dei docenti, favorisse l’incremento dei risultati scolastici nei bambini”.

Chiaro? Binet inventa il test per favorire cambiamenti nelle modalità d’insegnamento, nel modo di porsi verso i ragazzi degli insegnanti (nell’uso del linguaggio, nella scelta dei tempi, nelle attenzioni verso i singoli …) e quindi per facilitare l’apprendimento, non, come si è comunemente creduto, per attestare l’entità dell’intelligenza, tu ne hai 90, tu 110 etc. scambiando così un costrutto per un concetto. Probabilmente da allora si crede sia possibile attribuire un valore fisso. Ma la questione apre lo spazio ad una delicata riflessione etica.

Ora, se volessimo definire l’oggetto di cui stiamo trattando, scopriremmo qualcosa di veramente interessante, non c’è un’unica definizione di questo costrutto, tante possono essere le definizioni, tante, almeno quante sono le teorie che sono state proposte dalla scienza negli anni sull’argomento.

La definizione, attualmente più condivisa tra gli studiosi è la seguente:

“l’intelligenza è la capacità di produrre un comportamento adattivo e funzionale al raggiungimento di uno scopo, un comportamento che affronti con successo le sfide dell’ambiente e che permetta di realizzare gli scopi prefissati.”

Eppure, oggi, i più aggiornati, sanno che abbiamo tanti tipi d’intelligenza, non una sola e che, in corrispondenza ai mutamenti storici e culturali cambiano le intelligenze che la società richiede e che vengono poi riconosciute, chissà in futuro quali saranno?

Arrivando al dunque, quali suggerimenti passare a questa signora?

Innanzitutto le direi :
“Signora lei ritiene sua figlia non sia intelligente per cosa?
Cosa crede sua figlia non sia capace di fare?
Quale obiettivo pensa sua figlia debba raggiungere che ancora non ha raggiunto?
In che cosa riesce bene?
Cosa le risulta facile svolgere?”

Dopodiché vorrei capire meglio con la ragazza cosa crede, pensa, che convinzioni su di sè ha radicato. Vede, la volontà di agire, la cosiddetta ‘motivazione’ è strettamente legata a ciò che lei crede di se stessa, le dirò di più, quel che lei crede di se stessa e quel che gli altri credono di lei, la fa muovere, non il contrario. C’è qualcosa che la sta bloccando, un pensiero, una credenza, un timore … varrebbe la pena scoprirlo insieme a lei. Solo lei infatti può dircelo.

Di questi problemi e di come poterli affrontare parleremo nei prossimi incontri di formazione destinati ai genitori, il prossimo riguarda l’arte della negoziazione con i figli.

Che c’entra vi chiederete l’arte del negoziare con il dubbio dell’intelligenza?

Vedete, talvolta la ragazza, il ragazzo, fatica negli studi per ragioni identitarie, si è convinta/o di essere stupido. In queste circostanze, apprendere come il genitore può intervenire , a livello comunicativo e relazionale, serve  per favorire un suo cambiamento.


Ringrazio per questo interessante approfondimento e stimolo alla riflessione:
dott.ssa Mariza Sellini
Psicologa e psicoterapeuta
telefono 338 458 16 05
mail: marziasellini@gmail.com

Altri articoli della dott.ssa Sellini per Bresciabimbi

Giocatori disordinati?

Giocatori disordinati?

Riflessione sulle tecnologie e sui rischi per la salute dovuti all’uso eccessivo di questi mezzi di comunicazione non solo nei ragazzi
Ragazzi che odiano la scuola

Ragazzi che odiano la scuola

Un libro per aiutare i genitori a passare le regole ai figli senza comandare
Che fare quando il bambino balbetta?

Che fare quando il bambino balbetta?

Un intervento coi genitori, con un invito ad un loro auto cambiamento, potrà permettere di risolvere o alleviare il problema delle balbuzie del figlio
Della voglia di studiare

Della voglia di studiare

Perchè studenti brillanti, intelligenti sembrano voler non riuscire negli studi? Perchè ragazzi che sono sempre andati bene possono di colpo, cambiare atteggiamento verso la scuola?
Non vuole più andare a scuola

Non vuole più andare a scuola

In Italia hanno iniziato a chiamarli “gli Sdraiati”. Chi sono? Ragazzi che hanno fatto abbandono scolastico precocemente e che non sopportano più la scuola.
Che fare se mangia tropo o si abbuffa?

Che fare se mangia tropo o si abbuffa?

Qual è il criterio a partire dal quale stiamo affermando, oggi, che quella quantità è “troppa”?”
Mia figlia non mangia!

Mia figlia non mangia!

Riflessione per genitori preoccupati perchè la figlia adolescente (è soprattutto femminile l’espressione di questo problema) da un pò di tempo in famiglia non mangia, o mangia poco
Mia figlia non è intelligente!

Mia figlia non è intelligente!

“Dottoressa sono molto preoccupata, temo che mia figlia non sia intelligente. Ha dodici anni e non va molto bene a scuola, fa fatica, passa ore su quei libri eppure i risultati non arrivano, non sono brillanti.”
Quando la voglia di studiare va in vacanza

Quando la voglia di studiare va in vacanza

Cancelli chiusi, ma la stessa cosa non la si può dire, in molti casi, per i compiti … quelli sono come alcuni cantieri, ancora aperti …
Che fare quando sono gli altri a prenderlo in giro?

Che fare quando sono gli altri a prenderlo in giro?

Consigli per genitori per riflettere su cosa fare quando il figlio viene preso in giro
Il bambino che si tocca

Il bambino che si tocca

Riflessione su come approcciarsi al bambino che "si tocca"
Come farlo studiare

Come farlo studiare

Riflesisoni e condierazioni su un tema abbastanza diffuso oggi: quello del ragazzo che non studia.

[addthis tool=”addthis_inline_share_toolbox”]



Potrebbe anche interessarti leggere:

[adinserter block="8"]

 


Cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.