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Che fare quando il bambino balbetta ?

Che fare quando il bambino balbetta ?

“Caso di balbuzie” di un bambino  facilmente e brevemente risolto.

La dott.ssa Sellini in questo articolo riporta un colloquio per mostrare come ciò che potremmo definire oggi un “Caso di balbuzie” di un bambino possa essere facilmente e brevemente risolto.

Come si vedrà il problema balbuzie non ha a che fare solo con i soggetti, si costruisce infatti nelle relazioni. Un intervento coi genitori, con un invito ad un loro auto cambiamento, come insegna il dott. Marco Vinicio Masoni (psicologo, psicoterapeuta), potrà permettere di risolvere o alleviare il problema.

Mamma: “Dottoressa ho un problema.”

Dott.ssa: “Mi dica.”

Mamma: “Si tratta di mio figlio.”

Dott.ssa: “Che ha suo figlio?”

Mamma: “Vede, da un po’ di tempo a questa parte, saranno all’incirca sei mesi, io e suo papà, abbiamo notato che balbetta.”

Dott.ssa: “Signora quanti anni ha suo figlio?”

Mamma: “Quattro.”

Dott.ssa: “E quando lo fa? Ogni volta che parla o qualche volta?”

Mamma: “No, non sempre, diciamo spesso, quando vuole dire qualcosa, prima di dire una frase.”

Dott.ssa: “Cioè, se ho capito bene, prima d’iniziare una frase ripete più volte la stessa parola ?”

Mamma: “Sì, sì effettivamente è così l’impressione che ne abbiamo anche io e il mio compagno è che stia pensando alla frase da dire.”

Dott.ssa: “E lei e il suo compagno che cosa gli dite o che cosa fate quando lui fa cosi?”

Mamma: “Io spesso lo rimprovero, gli dico: “Pensa alla frase e poi dilla!””

Dott.ssa: “Humm .. ho capito. E il suo compagno?”

Mamma: “Lui è un po’ più morbido rispetto a me, lo tranquillizza e gli dice “Piano, devi dire una parolina alla volta, una dietro l’altra.”

Dott.ssa: “Dunque lei lo rimprovera mentre il suo compagno lo rassicura comandandogli di andare piano, ho capito bene?”

Mamma: “Sì!”

Dott.ssa: “Ecco, vede signora, è normale per i bambini di quell’età, che stanno apprendendo parole nuove e a costruire frasi più complesse, “balbettare”, o, per meglio dire, far risuonare per un po’ di volte la stessa parola prima di arrivare all’intera frase. Il bambino sta facendo in quel momento dei piccoli esperimenti, lei mi ha detto che dipinge vero?”

Mamma: “Sì!”

Dott.ssa: “Ecco, suo figlio, come fosse un piccolo artista, tratteggia con i suoni e le parole i suoi primi dipinti più complessi.”

Mamma: “Ah, ho capito, quindi non è grave? Non è malato?”

Dott.ssa: “Ma no, niente di tutto questo, il bambino quando fa i suoi esperimenti non si rinchiude da solo in laboratorio, apprende il linguaggio e il modo di strutturarlo parlando con voi, esibendosi davanti a voi. Ha bisogno di voi in quanto pubblico per capire come sta procedendo. Immagini che sia un attore su un palcoscenico: se alla prima battuta non perfettamente riuscita il pubblico in platea cominciasse a rimproverarlo, come potrebbe sentirsi quell’attore?”

Mamma: “Eh … di certo non bene, si sentirebbe in imbarazzo, a disagio.”

Dott.ssa: “Ecco, la stessa cosa accade a lui, se chi lo ascolta mentre si cimenta nelle prove lo rimprovera, il bambino si sente sotto pressione, giudicato, comincia a credere che non sia possibile sbagliare. Non solo, potrebbe fare una scoperta: “papà e mamma si accorgono di me proprio quando balbetto, quindi per ottenere le loro attenzioni forse è il caso che mi metta a balbettare.” Chiaro?”

Mamma: “Caspita! Io mica lo sapevo che accadeva tutto questo.”

Dott.ssa: “Ora, che potete fare?”

Mamma: “Già, sono qui per questo, cosa possiamo fare?”

Dott.ssa: “Occorre che quando lui fa i suoi esperimenti lo osserviate come fosse un ricercatore, un artista che sta facendo le prove per comporre le sue grandi opere. Occorre che cominciate a comunicargli che gli è permesso sbagliare. E che grazie al coraggio di sbagliare apprenderà a parlare benissimo. Ditegli quindi che volete che si blocchi, che incespichi, che balbetti, ditegli che volete sentirlo sbagliare ..Ce la farete? Questo compito è difficile per voi, non per lui … fatelo e poi fra una settimana mi farete sapere cosa sarà avvenuto.

Una settimana più tardi, mi arriva un messaggio :

“Sa che *** ha praticamente smesso di balbettare!!! Graziee!” (messaggio firmato)


Ringrazio per questo interessante approfondimento e stimolo alla riflessione:
dott.ssa Mariza Sellini
Psicologa e psicoterapeuta
telefono 338 458 16 05
mail: marziasellini@gmail.com

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Mamma: “Dottoressa ho un problema.”

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Mamma: “Si tratta di mio figlio.”

Dott.ssa: “Che ha suo figlio?”

Mamma: “Vede, da un po’ di tempo a questa parte, saranno all’incirca sei mesi, io e suo papà, abbiamo notato che balbetta.”

Dott.ssa: “Signora quanti anni ha suo figlio?”

Mamma: “Quattro.”

Dott.ssa: “E quando lo fa? Ogni volta che parla o qualche volta?”

Mamma: “No, non sempre, diciamo spesso, quando vuole dire qualcosa, prima di dire una frase.”

Dott.ssa: “Cioè, se ho capito bene, prima d’iniziare una frase ripete più volte la stessa parola ?”

Mamma: “Sì, sì effettivamente è così l’impressione che ne abbiamo anche io e il mio compagno è che stia pensando alla frase da dire.”

Dott.ssa: “E lei e il suo compagno che cosa gli dite o che cosa fate quando lui fa cosi?”

Mamma: “Io spesso lo rimprovero, gli dico: “Pensa alla frase e poi dilla!””

Dott.ssa: “Humm .. ho capito. E il suo compagno?”

Mamma: “Lui è un po’ più morbido rispetto a me, lo tranquillizza e gli dice “Piano, devi dire una parolina alla volta, una dietro l’altra.”

Dott.ssa: “Dunque lei lo rimprovera mentre il suo compagno lo rassicura comandandogli di andare piano, ho capito bene?”

Mamma: “Sì!”

Dott.ssa: “Ecco, vede signora, è normale per i bambini di quell’età, che stanno apprendendo parole nuove e a costruire frasi più complesse, “balbettare”, o, per meglio dire, far risuonare per un po’ di volte la stessa parola prima di arrivare all’intera frase. Il bambino sta facendo in quel momento dei piccoli esperimenti, lei mi ha detto che dipinge vero?”

Mamma: “Sì!”

Dott.ssa: “Ecco, suo figlio, come fosse un piccolo artista, tratteggia con i suoni e le parole i suoi primi dipinti più complessi.”

Mamma: “Ah, ho capito, quindi non è grave? Non è malato?”

Dott.ssa: “Ma no, niente di tutto questo, il bambino quando fa i suoi esperimenti non si rinchiude da solo in laboratorio, apprende il linguaggio e il modo di strutturarlo parlando con voi, esibendosi davanti a voi. Ha bisogno di voi in quanto pubblico per capire come sta procedendo. Immagini che sia un attore su un palcoscenico: se alla prima battuta non perfettamente riuscita il pubblico in platea cominciasse a rimproverarlo, come potrebbe sentirsi quell’attore?”

Mamma: “Eh … di certo non bene, si sentirebbe in imbarazzo, a disagio.”

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Mamma: “Caspita! Io mica lo sapevo che accadeva tutto questo.”

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