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Autore: Laura Lorenzini

La gatta vagabonda

La gatta vagabonda
di Aino Pervik – ill. Catherine Zarip
Sinnos – p.32 – e. 9,50

I figli ci cambiano. Ciò è vero nella misura in cui siamo noi stessi a lasciare che questo accada.

A volte l’arrivo di un bambino ci schiaccia completamente sui nuovi ruoli di mamma e papà (ai quali ci sentiamo per lo più impreparati), a volte ci svuota completamente. Ho visto amici che prima a cena conversavano soltanto di letteratura americana e teatro civile, non riuscire più a fare una chiacchierata che si allontani dall’argomento pannolini e taglie francesi per i vestitini.

Altre volte l’arrivo di un nuovo abitante nella casa tira fuori il meglio di tutti. Si scoprono dolcezze inaspettate, si rallentano i ritmi, si re-impara a disegnare e a fare le capriole, ma senza dimenticare Foster Wallace, il concerto degli Arcade Fire, la bicicletta, i kilometrici fondi di Scalfari, il teatro e le cene a lume di candela…

Io e mio marito abbiamo fatto nostra una massima di Paolo Rumiz, grande esploratore-narratore triestino contemporaneo. Al neoarrivato disse: “Non lascerò che tu stravolga la mia vita, almeno quanto io cercherò di non stravolgere la tua!“. E detto questo lo mise in sella insieme a sé, facendone un compagno di viaggio nelle sue peregrinazioni tra Europa e Balcani.

La Sinnos ha appena mandato in libreria un libro per bambini che sembra rivolgersi alle mamme. Racconta di una gatta vagabonda che diventa mamma, ma non lascia che questa novità la trasformi. Ai suoi cuccioli è capitata questa vita errante, loro non sembrano preoccupati, anzi sono ben contenti di prender parte a questa avventura!

Sia detto per inciso, mie care mamme lettrici, che non sempre ci si riesce. Ma la colpa non è dei piccoletti: è la febbre, la pioggia, la macchina della babysitter che non parte, la stanchezza… L’importante è non dimenticare il buon proposito: restare una mamma vagabonda sempre sul punto di partire per esplorare i Balcani in bicicletta, con figli al seguito e una borraccia di tachipirina nella borsa!

Consigliato da 3 a 6 anni

Il mostro della buona notte

Il mostro della buona notte

Un libro per superare la paura dei mostri e di tutte le cose brutte di cui  di purtroppo a volte si fanno carico

Il mostro della buonanotte
di Ed Vere
Gribaudo – p.32 – e.12

La prima pagella, i brutti sogni, il buio: a volte le nostre paure rischiano di paralizzarci e di rovinarci la vita. Forse il modo migliore per esorcizzarle è prenderle di petto e sbeffeggiarle. Probabilmente per questo in circolazione ci sono tanti libri per bambini in cui il cattivo viene ridicolizzato e sminuito: dal lupo di Ramos al mostro peloso… (per non parlare dei lupi e delle streghe delle fiabe tradizionali, anche se loro sembrano cavarsela più dignitosamente).

Il libro che vi consiglio oggi è spas-so-sis-si-mo! Affronta il tema dei mostri notturni che affligge tanti bambini rovinandogli il sonno, con conseguente invasione del lettone e notte in bianco per mamma e papà! Il libro di Ed Vere è costruito con un climax terrorifico e divertentissimo verso un imprevedibile lieto fine.

Gustavo senza coccole

Una storia dolcissima sull’importanza delle coccole, dell’amarsi e del sentirsi amati

Quella di Gustavo è una vita da favola, con tutto ciò che si può desiderare: una villa meravigliosa, giochi a non finire, cibi prelibati, vestiti firmati. Eppure, Gustavo non è un bambino felice, anzi. Mamma e papà non lo coccolano mai, sono molto indaffarati nelle loro faccende e hanno poco tempo per lui. Gustavo vorrebbe ricevere calore e affetto e con l’aiuto di una stella e di un po’ di magia riuscirà a far comprendere ai suoi genitori che nella vita non c’è solo il dovere, ma anche il piacere e che le coccole sono un vero nutrimento per il corpo, il cuore e l’anima.

Una storia per tutti i bambini che si sentono poco amati; leggendo questa storia, impareranno che è importante parlare con mamma e papà dei propri bisogni e dei propri desideri, per sentirsi capiti e vivere con loro «felici e contenti».
Al volume è allegato un CD con la narrazione della favola e alcuni suggerimenti educativi per i genitori.

Illustrazioni di Tiziano Beber

Scheda completa del testo: Gustavo senza coccole

L’appendicite

L’appendicite è un’infezione dell’appendice vermiforme, ossia di quel piccolo tratto di intestino a fondo cieco, connesso alla prima parte del colon.

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Artinido: nido d’infanzia e atelier dei bambini

Nido d’infanzia e atelier dei bambini

Nasce Artinido, una bellissima novità per l’infanzia a Brescia.

In un luogo incantevole, una villa liberty immersa in un parco a pochi minuti dal centro storico, ha sede una struttura per l’infanzia tutta nuova: Artinido, il nido d’infanzia e atelier dei bambini.

La  proposta di Artinido si caratterizza per lo speciale progetto pedagogico che propone; ovvero la progettazione e l’attuazione di  atelier e laboratori creativi volti all’esplorazione e alla sperimentazione dei linguaggi espressivi e comunicativi dei più piccoli.

 

Cosa offre Artinido?

Artinido offre differenti percorsi educativi: l’asilo nido per i bambini da 0 a 3 anni e l’atelier dei bambini  che propone laboratori creativi pomeridiani aperti a diverse fasce d’età.

L’asilo nido, fulcro del progetto,  accoglie nei suoi ambienti bambini e bambine da  0 a 3 anni.

Il nido si contraddistingue per i percorsi didattici tesi a stimolare le diverse potenzialità individuali. Questo approccio, definito pedagogia dell’atelier, predilige il fare laboratoriale e l’esperienza diretta della conoscenza attraverso i sensi. Tramite la sperimentazione di suoni, colori, luci, odori, materiali,  Artinido sostiene i bambini nello sviluppo di  mezzi espressivi che gli sono propri, proponendo una nuova prospettiva al loro armonico sviluppo, con rispetto e cura ai diversi ritmi di crescita.

Cos’è l’atelier dei bambini?

I bambini si esprimono con la voce, la gestualità, la narrazione, i segni, la pittura, i suoni, la musica, la manipolazione e la trasformazione dei materiali più diversi. Immaginazione e creatività sono infatti gli strumenti che sostengono e stimolano i bambini nell’espressione delle loro emozioni e dei loro pensieri. Queste qualità sono importanti perché orientano all’azione e sviluppano un sentimento estetico.

Il progetto pedagogico di Artinido è incentrato sull’esperienza della didattica laboratoriale, dove lo spazio dell’atelier è il luogo formativo dedicato alla sperimentazione del fare creativo. I laboratori sono infatti interamente progettati e organizzati in ambienti educativi volti all’acquisizione e al potenziamento delle capacità motorie, cognitive, espressive e linguistiche dei bambini.

La didattica laboratoriale permette di valorizzare la qualità formativa della primissima infanzia, ponendo come obiettivo lo sviluppo e il raggiungimento delle capacità comunicative e relazionali dei bambini e il naturale sviluppo delle proprie potenzialità linguistiche ed espressive, attuandoli attraverso percorsi innovativi e occasioni sperimentali specificamente indirizzate.

Gli atelier dei bambini sono quindi luoghi e momenti, didattici e laboratoriali, dove bambini e bambine hanno la possibilità di sperimentare creativamente le loro idee e le loro curiosità. In atelier si possono esplorare e praticare le arti grafiche e pittoriche, la musica, la fotografia, la narrativa animata, le arti corporee, i linguaggi visivi e multimediali e la manipolazione dei materiali.

I laboratori fanno parte dell’attività didattica del nido ma sono pensati anche in altri orari per le famiglie e i bambini non iscritti al nido.

Come nasce il progetto Artinido?

Artinido coniuga arte ed educazione con uno sguardo attento agli ultimi studi in campo educativo.

I riferimenti a cui Artinido attinge sono da ricercarsi nelle  ricerche innovative della pedagogia reggiana (Loris Malaguzzi – Reggio Children) per quanto riguarda la  teoria dei cento linguaggi dei bambini e l’uso dell’atelier come ambiente e interlocutore educativo.

Altre linee guida  si rintracciano nella pedagogia attiva che dall’inizio del Novecento ha sostenuto l’idea che il bambino è l’attore principale del suo sviluppo e il fare creativo è fondamentale per la sua  crescita cognitiva (Montessori, Freinet, Lodi, Ciari, Rodari, Munari, Dewey, Pizzigoni, Agazzi, Tamagnini).

Un particolare riferimento teorico si ritrova negli ultimi studi sulle intelligenze multiple di Howard Gardner, docente dell’Università di Harvard, il quale sostiene che tutti gli esseri umani possiedono diversi tipi d’intelligenza,  ma in ogni persona  vi è una miscela unica e originale, che può essere incrementata  nel momento in cui sussistano condizioni appropriate di incoraggiamento, arricchimento e istruzione.

Chi gestisce Artinido?

Artinido è un servizio socio-educativo pubblico a gestione privata. Il progetto è ideato da  Sara Maccarinelli che ha realizzato la struttura e ne è responsabile. Sara Maccarinelli si è formata  in ambito artistico con una prima laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con specializzazione in Comunicazione e Didattica dell’arte  e  in seguito ha conseguito  una laurea specialistica in Scienze Pedagogiche presso l’Università di Bologna.  Gli studi, ma soprattutto la lunga collaborazione come atelierista presso i nidi e le scuole d’infanzia di Reggio Children e le esperienze nei dipartimenti di didattica museale sono le basi che hanno contribuito  alla realizzazione del nuovo progetto Artinido.

Dov’è Artinido?

Artinido si trova a pochi minuti dal centro storico di Brescia; nasce in una bellissima villa liberty circondata da un grande giardino con alberi e fiori.  La struttura, ripensata a misura e sicurezza dei più piccoli, offre ai bambini ambienti piacevoli, luminosi e stimolanti, mantenendo la sua accogliente dimensione domestica.

Le soluzioni architettoniche e d’arredo si sviluppano in ambienti belli e armonici, con spazi pensati per incoraggiare la libera esplorazione degli interessi e per stimolare il naturale senso estetico del bambino.

Immerso nel parco, ombreggiato da un grande abete, vi è poi un incantevole atelier. Un luogo ideale per dipingere, creare, costruire, pasticciare, giocare con l’acqua, manipolare la creta e osservare i ritmi della natura accompagnati dal cinguettio degli uccellini e dal canto delle cicale.

Informazioni

Artinido inizierà la sua attività di asilo nido a partire da novembre 2012.

Da ora è possibile visitare la struttura con i suoi bellissimi ambienti interni ed esterni prenotando un appuntamento al 3483150653.

Orari:

Nido d’infanzia:

L’ apertura del nido d’infanzia si organizza su calendario annuale e garantisce un’apertura minima di 47 settimane all’anno, con apertura minima di 9 ore giornaliere continuative, dal lunedì al venerdì.

Apertura nido: 8.00-17.00 da lunedì a venerdì.

Apertura straordinaria: entrata anticipata 7.30-8.00 – uscita posticipata 17.00-18.00

Orari entrata/uscita:

dalle alle
Entrata anticipata 7.30 8.00
Entrata 8.00 9.30
Prima uscita 12.30 13.30
Seconda uscita 15.30 17.00
Uscita posticipata 17.00 18.00

Atelier dei bambini: 

Gli atelier dei bambini si terranno dal lunedì al venerdì dalle 17.00 e la domenica pomeriggio dalle 16.00.

Il calendario con la programmazione delle attività sarà pubblicato dopo l’apertura della struttura.

Open day

Sono programmate giornate aperte per le famiglie per conoscere Artinido e le sue attività la domenica pomeriggio dalle ore 16.00. Per conoscere gli orari e le modalità maggiori informazioni sono disponibili sul nostro sito, sulla nostra pagina facebook o contattando il 3483150653.

 


Contatti:

Artinido è in via Achille Papa n.12 – Brescia

Tel. 3483150653

Sito: www.artinido.it

Mail: info@artinido.it

FB: https://www.facebook.com/Artinido

La fimosi nel bambino

Per fimosi si intende un restringimento del prepuzio, ossia del foglietto muco-cutaneo retrattile che avvolge il glande, da non permetterne l’agevole scopertura.

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Sostegno ai padri separati

Quando si parla di separazione si affronta sempre un argomento doloroso per ogni famiglia. Un momento di rottura che rimette in discussione un po’ i ruoli e le abitudini di ognuno, andando ad influire, spesso negativamente, sulla vita e sullo stato psicofisico dei bambini, gli elementi più vulnerabili in queste circostanze.

Per molti anni, nel contesto delle separazioni e dei divorzi, si è sempre fatto riferimento, anche da un punto di vista legislativo, all’emanazione di tutta una serie di leggi e norme, che andassero a tutelare quasi esclusivamente la figura della madre. Lasciando nell’oscurità e nell’incertezza, la categoria, altrettanto importante, dei padri separati.

A questo proposito sono nati molti movimenti ed associazioni dedicate all’aiuto e all’indirizzamento dei padri single, verso professionisti, consulenti, psicologi e tutte quelle figure competenti in questo settore, che possano orientare e rendere più semplice, almeno in parte, questo doloroso cambiamento.

Molte di queste sono davvero efficienti e soprattutto senza scopo di lucro, come Agenzia per padri separati, che ha come unico obiettivo quello di fornire consigli ed indicazioni di qualità ai padri in difficoltà, volte a far ottenere anche importanti agevolazioni da un punto di vista economico, per l’acquisto o l’affitto di una casa ad esempio.

Degli strumenti di grande aiuto che, finalmente, possono fornire aiuto ed orientamento anche ai tanti padri che si ritrovano a dover affrontare una situazione spiacevole conseguente ad una separazione. Ottenendo in questo modo indicazioni circa la consulenza legale e psicologica, informazioni riguardo le varie coperture assicurative e tanti utili consigli su come vivere al meglio questa situazione con i propri figli.

In tempi come i nostri, nei quali i divorzi e le separazioni sono molto frequenti, anche i padri separati hanno ora dei punti di riferimento sui quali contare per un sostegno, sia economico che psicologico, e l’orientamento verso le scelte migliori da fare, da un punto di vista legale e di vita.

Consulta il sito: www.papaseparatibrescia.it

 

La disgrafia e il suo recupero

Esiste un disturbo legato alla difficoltà dello scrivere che è in costante aumento nelle scuole, i grafologi italiani in collaborazione con i colleghi soprattutto francesi, lo studiano e lo trattano da almeno 15 anni.

La disgrafia si colloca tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, abbreviato DSA, (Legge 8 ottobre 2010, n. 170): dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia.

E’ una difficoltà grafomotoria che si presenta in assenza di deficit neurologici/intellettivi e riguarda l’incapacità di scrivere in modo corretto, chiaro e scorrevole, tra le sue caratteristiche una scrittura troppo lenta, faticosa o dolorosa, illeggibile, comunque non conforme all’età.

Essa riguarda esclusivamente il grafismo, non le regole ortografiche e sintattiche proprie della disortografia, a cui comunque spesso si accompagna.

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Molto meno conosciuta della più lampante dislessia miete innocenti vittime tacciate troppo spesso di svogliatezza e disimpegno. Da una recente ricerca su scala nazionale riguardante le classi quinte delle scuole primarie, emerge che sul 20% dei bambini disgrafici rilevati ne è stato segnalato solamente l’1%. E’ urgente fornire strumenti opportuni di riconoscimento, sia agli insegnanti sia ai genitori, con esempi di scritture e tratti caratteristici alla mano.

Questo disturbo se abbandonato a se stesso è destinato a peggiorare (S. Lena, 1999). I bambini che vengono segnalati dalla scuola e successivamente diagnosticati disgrafici vengono “sfortunatamente” accompagnati ad aggirare semplicemente il problema, con tutta probabilità l’ausilio del computer fomenterà intimamente il loro senso di sconfitta personale.

Il recupero della disgrafia

E’ invece opportuno tentare di riabilitare l’apprendimento della scrittura, così prezioso e profondamente legato allo sviluppo psico-cognitivo del bambino, il quale ha tutto il diritto di trovare nell’atto scrittorio la soddisfazione della padronanza, il piacere dello scrivere, e non la frustrazione della difficoltà.

Una scrittura semplice e funzionale va “educata” gradualmente e con attenzione.
sportello-disgrafia

In Francia le ricerche e l’interesse per la neurofisiologia del gesto grafico e per la sua rieducazione, cui peraltro fa riferimento l’A.n.g.ri.s. (Associazione Nazionale Grafologi Rieducatori della Scrittura), prendono corpo già dal dopoguerra, tra i principali studiosi: Olivaux, De Ajuriaguerra, la Auzias e la De Gobineau. Non stupisce che nel 1985 nei “Programmes et Instructions Officielles “, i programmi ministeriali per intenderci, venga stabilito chiaramente il raggiungimento di livelli minimi per gli alunni e si affermi che la scrittura debba essere oggetto di attenzione costante da parte del maestro.

Nonostante la proverbiale competizione con i cugini d’oltralpe devo sottolineare che proprio nello stesso anno i nostri “nuovi” programmi ministeriali delle elementari trascuravano completamente l’aspetto dell’esecuzione manuale, cioè di un metodo per acquisire un’alfabetizzazione chiara, ordinata e leggibile, esaltando invece lo sviluppo meramente linguistico.

Perciò attualmente nella nostra realtà scolastica molto dipende dalla conoscenza e dalla sensibilità del singolo insegnante, il quale si confronta con i serrati ritmi dei programmi scolastici e i personali ritmi di apprendimento degli alunni di classi sempre più eterogenee. Se non viene approfondita la conoscenza di questo DSA il giudizio rischia di limitarsi allo scarso impegno, alle astuzie di ogni genere per decodificare alcune scritture o alla resa finale con l’imposizione del solo modello stampato. In tutti i casi viene sottovalutata la difficoltà dell’alunno disgrafico non soddisfacendo i suoi bisogni reali.

L’abilità scrittoria, il cui apice troviamo nel modello corsivo, deve diventare un sereno automatismo che permetta di comunicare se stessi.

Questo è infine lo scopo della Rieducazione della scrittura: recuperare questa funzionalità primaria attraverso specifiche tecniche, sia nei casi più gravi di disgrafia che nelle più leggere forme di difficoltà grafomotoria.

impugnatura scorretta disgrafia
Impugnatura disfunzionale
impugnatura corretta disgrafia
Impugnatura corretta

 


Dott.ssa Dialisa Salamone
Grafologa, Rieducatrice della scrittura dal 2003
telefono: 346 323 85 71
info@disgrafia-verona.it
www.disgrafia-verona.it

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Partorire naturalmente, ma senza dolore!

Partorire naturalmente, ma senza dolore!

a cura della dr.ssa Giovanna Suss

Molte donne riescono, se ben preparate, a controllare l’ansia e la paura legate al parto ed a controllare la percezione del dolore durante il travaglio. Per altre donne invece il dolore può rappresentare una difficoltà in più e un motivo di ridotta serenità al momento del parto stesso. Per queste donne è possibile usufruire dell’analgesia epidurale, che permette loro di controllare efficacemente il dolore partorendo in modo naturale e spontaneo.

L’ANALGESIA EPIDURALE

L’analgesia epidurale è la tecnica più sicura ed efficace per controllare il dolore del travaglio e del parto. Essa determina in pochi minuti la scomparsa del dolore, lasciando inalterate tutte le altre sensibilità compresa quelle delle contrazioni uterine che continuano ad essere percepite in modo non doloroso. La partoriente é libera di muoversi e, a seconda della tecnica impiegata, anche di camminare. La forza muscolare non viene diminuita, per cui la partoriente mantiene in pieno la capacità di eseguire gli sforzi espulsivi, ed il parto avviene con la piena partecipazione della futura mamma.

CHE COS’È L’EPIDURALE?

L’analgesia epidurale viene eseguita da un medico anestesista esperto in questa tecnica. Consiste nella introduzione attraverso un ago, a livello della regione lombare, di un sottilissimo tubicino di plastica (cateterino) che viene posizionato a circa 4-5 cm sottocute, a livello dello spazio epidurale. Questo spazio é formato dal tessuto grasso adiacente alle fibre nervose che trasmettono il dolore del travaglio. Attraverso il cateterino si somministra la soluzione analgesica. La procedura richiede pochi minuti e non è dolorosa, perché eseguita in anestesia locale. Il cateterino, fissato con un cerotto dietro la schiena, permette alla partoriente qualsiasi movimento, e si può rifornire in qualsiasi momento, in modo tale da controllare il dolore per tutta la durata del travaglio e del parto senza dover ricorrere ad altre punture.

QUANDO VIENE PRATICATA?

L’analgesia epidurale viene richiesta di solito dalla partoriente durante o all’inizio del travaglio, ma può essere eseguita solo dopo una valutazione delle condizioni ostetriche da parte del ginecologo. L’analgesia epidurale può essere anche richiesta dal ginecologo stesso nel caso di alcune malattie quali il diabete, l’ipertensione, la grave miopia con precedente distacco di retina, in quanto permette una riduzione dei rischi che, in questo casi possono essere connessi al parto. Vi sono condizioni ostetriche che si possono verificare durante il travaglio che possono indurre un ritardo nell’esecuzione dell’epidurale.

POSSO RICEVERE UN’EPIDURALE?

L’analgesia epidurale può essere ricevuta dalla grande maggioranza delle partorienti. Vi sono però alcune condizioni in cui non è possibile eseguirla, come nel caso di gravi malattie emorragiche o in partorienti sottoposte a terapie anticoagulanti. Una visita specialistica con l’anestesista servirà a controllare lo stato di salute della partoriente, ad evidenziare gli eventuali problemi personali e a controllare le analisi eseguite in gravidanza. Sebbene la decisione di ricevere un’epidurale la si prenda durante il travaglio, la richiesta ed il consenso a questa procedura vanno confermati in anticipo, in occasione della visita anestesiologica stessa.

GLI EFFETTI COLLATERALI E LE COMPLICANZE

Se correttamente eseguita l’analgesia epidurale è una tecnica sicura e non ha effetti collaterali spiacevoli. A seconda dei farmaci impiegati si può avere un modesto prurito, di breve durata. In casi rarissimi, se si è avuto qualche problema tecnico accidentale al momento dell’esecuzione dell’analgesia epidurale, può insorgere, dopo il parto, un mal di testa che può durare qualche giorno. Il problema viene subito individuato al momento dell’esecuzione dell’epidurale e comunicato alla partoriente. Questo tipo di mal di testa è usualmente benigno, transitorio e reversibile, ma può essere tale da interferire con la normale vita della puerpera nei primi giorni del parto. L’anestesista suggerirà per ogni caso il trattamento più efficace, rapido ed opportuno.

Dr.ssa Giovanna Suss Nata a Brescia il 30-5-1979

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’ Università degli Studi di Brescia nel 2005; Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia presso l’ Università degli Studi di Brescia nel 2009; attuale Dirigente Medico di I Livello presso Ospedale S.Orsola-Poliambulanza.

Frequentazione di 3 anni durante la Scuola di Specializzazione del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita Dell Ospedale di Montichiari (sede staccata Dell Ospedale Civile Di Brescia);

Frequentazione di mesi 4 del Servizio di Ecografia Ginecologica Oncologica e del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia Dell Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma;

Frequentazione di 4 mesi del Servizio di Ecografia bi e tridimensionale nel campo Dell infertilità e nella patologia ginecologica benigna Dell Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma;

Partecipazione a numerosi convegni nazionali ed internazionali nel campo Dell Ostetricia e della Ginecologia

Accreditamento della Fetal Medicine Foundation per l esecuzione della NT ( Translucenza Nucale) nel 2011.

Le Radici e le Ali


Gruppo di famiglie adottive che si propone di informare e contribuire a creare la Cultura dell’Adozione attraverso il dialogo, la lettura, la formazione e la condivisione di esperienze.

Siamo un gruppo di famiglie adottive, sparse tra le colline della bergamasca e i vigneti della Franciacorta fino ad arrivare alle limonaie del Lago di Garda, che da tempo sta cercando un punto di aggregazione con altre famiglie adottive, già formate o future.

Alcuni di noi hanno già abbracciato i propri figli, altri ne sentono la presenza e ne hanno una foto, altri ancora ne conoscono solo il Paese di provenienza.

Ciò che ci accomuna è il desiderio, unito al sentito bisogno, di confrontarci e condividere esperienze, emozioni e speranze di questo lungo e tortuoso cammino adottivo.

Tutto ha avuto inizio sul forum “Le Radici e le Ali”! Frequentandoci abbiamo pensato che questa nuova amicizia poteva crescere, espandersi e coinvolgere altre famiglie.

In seguito il nostro cammino ci ha portati ad incontrare Le Radici e le Ali di Milano, abbiamo avuto modo di conoscere il gruppo e di vedere come lavora. Nel Settembre 2009, utilizzando il loro supporto, abbiamo deciso di  formare anche a Brescia un gruppo impegnato a dare non solo sostegno ma anche informazioni utili. Vogliamo seguire la stessa linea di pensiero e lo stesso modo di lavorare perché è proprio quello che ci piacerebbe riuscire a fare.            Cosa ci caratterizza? La convivialità, la goliardia, il desiderio di fare gruppo, di condividere e, perchè no, anche di fare festa!

Non può naturalmente mancare la reciproca disponibilità al sostegno e all’ascolto, la serietà con la quale ci adoperiamo al fine di portare avanti il nostro progetto di gruppo di famiglie adottive, la volontà di voler diffondere coi mezzi opportuni la cultura dell’adozione e la semplicità con la quale operiamo.

Il nostro obiettivo non è quello di insegnare ad essere genitori o dare soluzioni ai problemi, ma quello di creare una rete di famiglie nella quale ciascuno possa in qualche modo trovare gli strumenti per affrontare e vivere l’adozione.

Sappiamo quanto l’attesa adottiva sia bella ma anche difficile perché è colma di tempi morti che non sembrano passare mai perciò crediamo che stringere legami con altri nella nostra stessa situazione possa essere utile a rendere questa attesa più ‘dolce

Il nostro augurio è che il gruppo Le Radici e le Ali di Brescia possa crescere grazie al vostro supporto e alla vostra partecipazione affinchè la nostra attività possa sempre migliorarsi.

Vi chiediamo di contattarci attraverso telefono e mail, vi informeremo in merito a quei progetti che siamo pronti a far diventare concreti e agli eventi che sono già in corso, contiamo anche sul vostro aiuto e sulla vostra partecipazione.

www.leradicieleali.com (visita il forum)

brescia.lra@hotmail.it

Tel. 3394818946 – (per le telefonate preferire le ore serali. I numeri sono raggiungibili in orari limitati)

L’acqua in gravidanza


L’acqua in gravidanza

Disegni rupestri e graffiti ci mostrano l’intima confidenza che già nella preistoria l’uomo e la donna avevano con l’acqua. L’acqua rappresentava il rimedio naturale che la natura offriva per la cura di ferite e malattie ed è inoltre l’elemento nella quale noi iniziamo ad esistere.

L’idroterapia, nel corso del XX secolo, ha suscitato sempre più interesse e la ricerca scientifica ha dimostrato che utilizzandola con prudenza questo tipo di terapia è un metodo innocuo e semplice per stimolare le risorse naturali del corpo, mantenendolo in forma o facendoli riacquistare la piena salute.

Visti i benefici che l’acqua porta sia a persone con patologie che sane, alcuni ginecologi hanno considerato l’utilizzo dell’acqua da parte di donne in gravidanza.

Durante la gravidanza l’immersione e l’attività in acqua, se praticata con costanza, può prevenire o dare sollievo a molti disturbi che possono comparire.

L’immersione in acqua calda (non > di 37°gradi) trasforma la sensazione del peso corporeo permettendo a tutta la muscolatura del corpo di distendersi assecondando la mobilità delle articolazioni, in particolare della colonna, consentendo di riacquistare energie e di conciliare il sonno.

Il massaggio fisiologico prodotto dal movimento dell’acqua, ristabilisce la circolazione riducendo gli edemi dovuti alla posizione declive e allo schiacciamento dei grossi vasi a termine di gravidanza. Ha quindi un effetto diuretico (prevenzione della proteinuria) ed il suo uso è suggerito anche alle donne gravide con problematiche di pressione arteriosa e tachicardia poiché ne riduce la frequenza e favorisce l’aumento del liquido amniotico.

Entrare nell’acqua è addentrarsi nella relazione con la vita intrauterina, il bambino ed il suo liquido, la madre abbandona la sua parte razionale a beneficio dell’istinto, rasserena la mente e comprende come ascoltare ed ascoltarsi accrescendo la fiducia in sé stessa.

I BENEFICI DELL’ACQUA SULL’ORGANISMO DELLA DONNA GRAVIDA

L’azione terapeutica dell’acqua si esplica attraverso la stimolazione di alcune parti del corpo attivando 2 meccanismi fisiologici: vascolare e nervoso.

L’idroterapia può agire attraverso:

  • Stimoli termici
  • Stimoli meccanici
  • Reazione
  • Riflesso
  • Pressione dall’esterno

Ha quindi effetti:

  1. Sul cuore: pompa una maggiore quantità di sangue diminuendo la sua frequenza e compiendo uno sforzo minore. Il volume intravascolare si espande comportando una cascata di eventi biochimici che determinano una diminuzione degli edemi e della pressione sanguigna e un aumento della diuresi.
  2. Sull’apparato respiratorio: migliora la compliance dei polmoni (cioè la loro distensibilità) in quanto avviene una ridistribuzione del sangue dalla regione toracica ai distretti corporei dove i muscoli sono in attività.
  3. Sulla colonna vertebrale e l’assetto del bacino: in acqua le alterazioni anatomiche conseguenti allo stato gravidico vengono meno in quanto la spinta idrostatica neutralizza quasi del tutto la forza di gravità. I legamenti e i muscoli, che per il corpo in stazione eretta sul terreno si oppongono alla forza di gravità, in acqua assumono, in posizione orizzontale, la funzione di mantenere in asse e in equilibrio il tronco.
  4. Sull’apparato muscolare: l’esecuzione degli esercizi di bonificazione e allungamento risultano più semplici, meno faticosi e si possono ripetere più volte in modo armonioso e flessibile senza sovraccaricare le articolazioni. In acqua risulta più semplice prendere coscienza del proprio corpo, rilassarsi e distendersi.
  5. Studi clinici hanno rilevato che, durante l’immersione in acqua della gestante vi è un aumento di dopamina e una diminuzione di prolattina che, per un meccanismo ancora non chiaro, induce un effetto tocolitico (cioè riduce l’attività contrattile uterina) ed inoltre vi è un rilascio di endorfine e oppioidi endogeni che danno un senso di benessere.
  6. Psicologici: l’acqua permette alla donna di percepire il proprio corpo nella sua totalit, di immaginarne i confini e cogliere le emozioni che si generano al suo interno, attivando anche tutti i sistemi percettivi. L’acqua può anche essere un mezzo per immedesimarsi nella creatura all’interno del grembo e per entrare in contatto più profondo con lei (è normale percepire maggiormente i movimenti fetali), di regredire e riconciliarsi con se stessa aumentando la fiducia in sé stessa e nelle capacità di dare alla luce una nuova vita con le proprie forze.

Ripeto quindi nuovamente che è un bene svolgere attività fisica moderata, specifica per la gravidanza, in acqua o a secco (come vi avevo illustrato nell’articolo sul movimento in gravidanza) qualora non vi siano ovviamente controindicazioni di tipo medico per la presenza di una condizione a rischio.

Sono presenti alcuni centri e piscine (anche a Brescia) che organizzano corsi di preparazione alla nascita in acqua.

L’acqua è utile ed è fonte di beneficio anche durante il travaglio e il parto sia per la mamma che per il bambino …

A cura dell’Ostetrica Dott.ssa Tenni Maura

Bibliografia: Professione Ostetrica di Antonella Marchi 2007; L’acqua e la nascita di Roberto Fraioli e Albin Thoeni

Movimento e rilassamento in gravidanza

Non si parla quasi mai dell’importanza del movimento e rilassamento in gravidanza:
Al fine di mantenere un maggiore benessere psicofisico in gravidanza, le donne dovrebbero sapere, che sembrerebbe essere d’aiuto svolgere una moderata attività fisica accompagnata dal rilassamento.

Gli studi condotti sull’argomento dicono che le donne gravide che non presentano problemi o complicazioni di carattere medico dovrebbero venire incoraggiate a fare regolarmente e precocemente esercizi tanto che secondo l’ EBM (evidence based medicine) il movimento in gravidanza ha una classificazione di tipo A, cioè da incoraggiare attivamente.

Il movimento in gravidanza dovrebbe essere libero, spontaneo, facile e lento arrivando fino a dove il nostro
corpo riesce ad arrivare senza sentire che sta compiendo un sforzo eccessivo evitando l’attivazione di un meccanismo di difesa che si chiama riflesso di retrazione. Ci deve essere facilità per non affaticarsi eccessivamente, lentezza per sentire ciò che accade nel nostro corpo aumentando così la nostra consapevolezza corporea e rilassamento cioè una giusta scansione degli esercizi utilizzando anche la respirazione.

Il movimento in gravidanza consiste quindi in esercizi di streaching, postura (alcuni derivanti dallo yoga e dal pilates), divertimento a ritmo di musica e rilassamento sollecitando le varie parti del corpo e risvegliando anche il sistema nervoso, quindi:

  • Aumenta la consapevolezza corporea
  • Aumenta la flessibilità e tonicità del corpo
  • Aumenta l’energia
  • Migliora la circolazione
  • Migliora il sonno
  • Aiuta ad assumere le posizioni in travaglio riducendone i tempi e migliorandone la gestione
  • Migliora lo stato psicologico della donna per il rilascio di endorfine
  • Riduce gli sbalzi di umore materni
  • Riduce i dolori osteo-articolari che caratterizzano molte gravidanze
  • Riduce il rischio di diabete gestazionale e di macrosomia fetale (neonato di peso > a 4000 )

Il rilassamento si può proporre attraverso la visualizzazione: tecnica di rilassamento flessibile che ci mette a contatto con la nostra panoramica interna, il nostro immaginario. Quando ci si rilassa si mette ordine dentro di noi creando uno spazio personale, lasciandosi trasportare senza controllo, si torna indietro nel tempo (regressione) e ci si riappropria del proprio corpo facendo prevalere i pensieri positivi su quelli negativi. Mettendosi così in ascolto si ottiene un maggiore benessere psicofisico, una riduzione dell’ansia e quindi un senso di rappacificazione.

I benefici di questo metodo sono:

  • Cercare di ascoltarsi, capire le nostre esigenze
  • Stimolare l’immaginazione e la capacità di rilassamento profondo
  • Autocontrollo
  • Accettare, elaborare e trasformare paure
  • Ricavare forza
  • Facilita la relazione con il feto , mette la mamma in contatto con il proprio bambino
  • Aiuta ad aumentare la fiducia in sé e nelle proprie capacità
  • Aiuta a mantenere un ritmo (ad es. nella respirazione)
  • Aumenta la capacità di apertura, di movimento e resistenza
  • Nel gruppo, induce ad una condivisione e discussione sull’esperienza
  • Migliora la circolazione sanguigna e l’attività gastrointestinale
  • La frequenza cardiaca rallenta e il respiro diventa regolare
  • La muscolatura si rilassa, il sistema nervoso si distende e il sistema immunitario si attiva
  • Aumenta la produzione di endorfine e diminuisce quella di catecolamine

(Bibliografia: Contunuti tratti dal corso di formazione movimento e visualizzazioni del Centro Studi Mipa 2010 ).

Quindi ad una donna in gravidanza bisognerebbe, qualora non vi siano complicazioni o patologie legate alla gestazione, suggerirle la frequenza di corsi di preparazione pratica alla nascita con movimento, visualizzazioni, streaching e respirazioni a secco e/o in acqua o yoga e pilates. Questo genere di corsi sono organizzati da alcune strutture (anche a Brescia) e si può accedere da 12 settimane fino a termine.

Altra zona del corpo molto importante da tenere allenata e preparare durante la gravidanza è la zona perineale dove ci sono i muscoli del pavimento pelvico…ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.

 

A cura dell’Ostetrica Dr.ssa Tenni Maura

La varicella

La varicella

La varicella è una delle principali malattie esantematiche dei bambini.
Qual è la causa della varicella?
Un virus della famiglia degli Herpes Virus chiamato Varicella Zoster.
Come ci si contagia la varicella?
Attraverso un contatto diretto con la saliva del paziente infetto, oppure con le goccioline respiratorie emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando oppure con il contatto con il liquido contenuto nelle caratteristiche vescicole. Può anche essere trasmessa, ma con minore facilità, da un individuo affetto da Herpes Zoster. Il picco di incidenza si verifica nel tardo inverno ed all’inizio della primavera. In genere colpisce bambini tra i 5 e i 10 anni di vita. È una malattia molto contagiosa per cui la maggior parte della popolazione in età adulta è immune.
Dopo quanto tempo dal contagio si manifestano i sintomi della varicella?
In genere dopo 14-16 giorni compaiono i primi sintomi ma si possono anche avere casi da 10 a 21 giorni dal contagio.
Come si riconosce la varicella?
Inizia con malessere generale e febbre, in genere lieve, ma che può arrivare anche a 39°-40°C. Dopo alcuni giorni compare la tipica eruzione cutanea (in termine medico esantema), molto pruriginosa, che interessa all’inizio il cuoio capelluto, il viso e il tronco e poi si estende all’addome, ai genitali, alle braccia ed agli arti inferiori. Le manifestazioni cutanee hanno dapprima l’aspetto di macule-papule, in altre parole appaiono come macchioline di colore rosso, lievemente rilevate al tatto, del diametro di 2-3 mm, che nel giro di poche ore si trasformano in vescicole (contenenti liquido chiaro). Queste in alcuni giorni diventano torbide tramutandosi in pustole e, quando si seccano, diventano croste che si staccano spontaneamente senza lasciare cicatrici (tranne nelle forme con sovrainfezione batterica). Le lesioni cutanee si risolvono completamente in circa 10-14 giorni.

Quali sono le complicazioni della varicella?
Sovrainfezione batterica (da stafilococco o da streptococco) delle lesioni cutanee, secondaria a grattamento delle vescicole Raramente epatite, encefalite (infezione del sistema nervoso centrale), polmonite, artrite, glomerulonefrite. La varicella è raramente grave nel bambino sano, ad eccezione dei bambini molto piccoli e in quelli che presentano una grave immunodepressione.
Per quanto tempo il bambino affetto da varicella è contagioso?
Da 1-2 giorni prima dell’inizio delle manifestazioni cutanee fino a quando le lesioni sono tutte ricoperte da croste (6-9 giorni).
Come si cura la varicella?
Nel bambino sano è solitamente una malattia autolimitantesi e la terapia è solo di supporto. Si somministrano antifebbrili (escludendo quelli a base di acido acetilsalicilico come l’aspirina, che possono provocare gravi reazioni nel paziente) e antistaminici per il prurito. È consigliabile tenere corte e pulite le unghie del piccolo per evitare che infetti le vescicole grattandosi. Esiste un farmaco specifico per la varicella, chiamato Aciclovir, che, somministrato per bocca entro 24 ore dalla comparsa delle prime manifestazioni cutanee, provoca una diminuzione della durata e dell’entità della febbre, e del numero e della durata degli elementi cutanei. Il suo uso non è raccomandato nel bambino sano, ma può essere preso in considerazione nei bambini maggiormente a rischio di complicazioni come quelli di oltre 12 anni di età, o con malattie respiratorie e cutanee croniche gravi o nei casi secondari che avvengono in famiglia (e che di solito hanno un decorso più grave).
Come si previene la varicella?

Con il vaccino anti-varicella, che in genere viene somministrato in un’unica dose sotto i 13 anni di vita e in due somministrazioni sopra tale età. La vaccinazione è indicata nella prima infanzia, nei bambini più grandi e negli adolescenti ancora suscettibili, che non hanno cioè contratto la malattia.

Quanto tempo si deve stare assenti da scuola in caso di varicella?

La legge italiana prevede la riammissione a scuola dopo 7 giorni dalla comparsa delle prime manifestazioni cutanee.

Lo sapevate che …?
Una volta contratta la varicella, il virus rimane per tutta la vita nel nostro organismo, annidato nei gangli delle radici dei nervi spinali, pur senza dare sintomi (si dice, in questo caso, che rimane latente). Può accadere che, soprattutto negli adulti e negli anziani, in corrispondenza di situazioni stressanti o di immunodepressione transitoria, il virus si riattivi, causando lesioni cutanee che prendono il nome di Herpes Zoster o “fuoco di Sant’Antonio” e che sono costituite da grappoli di vescicole spesso dolorosi, localizzati lungo il decorso di un nervo sensitivo.

Dott. Guido Vertua, pediatra della redazione di www.mammaepapa.it