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Autore: Laura Lorenzini

Reddito autonomia 2016

Reddito autonomia 2016

Il  18 aprile 2016 la Regione Lombardia ha approvato le misure dell’iniziativa “Reddito di Autonomia 2016” in favore soprattutto delle famiglia.

Gli ambiti d’interesse riguardano vari aspetti della vita della famiglia ovvero: Bonus Famiglia, Nidi Gratis, Voucher Autonomia, Progetto di Inserimento Lavorativo e Esenzione super ticket

Il programma “Reddito di Autonomia”, già testato in maniera ridotta nel 2015, vede un progetto più ampio e completo per l’anno in corso per sostenere davvero le famiglie dove ne hanno bisogno, con il chiaro obiettivo di sostenere le situazioni di difficoltà

Scopriamo in dettaglio i beneficiari, le condizioni e i passi da seguire per poter accedere a ciascuna misura.

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Esenzione super ticket sulle prestazioni sanitarie di specialistica ambulatoriale

Questa misura era già stata introdotta ad ottobre 2015 ed è stata prolungata per tutto il 2016. E’ destinata a tutti coloro che possiedono un reddito familiare annuo lordo fino a 18.000 euro. Per poterne beneficiare occorre presentare richiesta e autocertificazione del reddito familiare presso l’ATS  di competenza (Agenzia Tutela Salute) che rilascerà l’attestazione di esenzione (codice di esenzione E15).

Bonus famiglia destinato alle famiglie in difficoltà per sostenere la maternità e i percorsi di crescita dei nuovi nati

Verranno erogati 150 euro al mese (per i 6 mesi precedenti la nascita del bambino e per  i 6 mesi successivi alla nascita) fino ad un massimo di 1.800 euro; in caso di adozione, 150 euro al mese dall’ingresso del bambino in famiglia, fino ad un massimo di 900 euro. Le condizioni per poter accedere al bonus sono la residenza in Lombardia di entrambi i genitori, di cui uno almeno residente da almeno 5 anni in maniera continuativa e indicatore ISEE di riferimento uguale o inferiore a 20.000 euro La richiesta dovrà essere inoltrata ai  servizi sociali del proprio Comune  o ai Centri di Aiuto alla Vita (CAV) a partire dal 1 giugno 2016 direttamente dagli interessati compilando il modulo online al seguente link www.siage.regione.lombardia.it 

Tutti i dettagli del bonus sul sito della Regione Lombardia 

Nidi gratis

In ottica di conciliazione viene favorito  l’inserimento del bambino al nido e l’occupazione delle madri. A  partire da maggio 2016 grazie a questo bonus verrà azzerata completamente la retta dei nidi pubblici (o privati convenzionati con il pubblico) quale integrazione dell’abbattimento già riconosciuto dai Comuni. Le condizioni per poter accedere al bonus sono la residenza in Lombardia di entrambi i genitori, di cui uno almeno residente da almeno 5 anni in maniera continuativa, possedere un  indicatore ISEE di riferimento uguale o inferiore a 20.000 euro e, chiaramente la presenza di minori di età compresa tra i 3 e i 36 mesi di vita. I genitori inoltre devono avere un lavoro o rientrare nei percorsi di polita attiva del lavoro quali Dote Unica Lavoro o Garanzia Giovani.La richiesta dovrà essere inoltrata presso il proprio Comune. A questa politica hanno aderito, oltre a Brescia, anche Bagnolo Mella, Bedizzole, Borgosatollo, Bovezzo, Capriano del Colle, Castrezzato, Cellatica, Chiari, Collebeato e Concesio. Ma anche Erbusco, Gavardo, Idro, Lonato del Garda, Mazzano, Montirone, Paratico, Polpenazze, Provaglio, Rezzato, Roncadelle, San Felice del Benaco, Toscolano Maderno e Verolanuova.

Per tutte le informazioni si può visitare il sito internet www.nidigratis.it o chiamare il call center regionale al 800.318318.

Progetto di Inserimento Lavorativo

Per sostenere le persone vulnerabili a causa della perdita del lavoro da maggio 2016 verranno erogati fino a 1.800 euro in 6 mesi  ai lavoratori disoccupati da più di 36 mesi. Sono previste quote mensili di 300 euro
Per poter beneficiare della misura regionale è necessario possedere un ISEE di riferimento uguale o inferiore a 20.000 euro e aderire al percorsoDote Unica Lavoro facendone richiesta agli Operatori accreditati

Voucher autonomia per anziani e disabili

Verranno erogati voucher del valore di 400 euro per 12 mesi a ragazzi di età superiore ai 16 anni con disabilità intellettiva o con esiti da traumi o patologie invalidanti e anziani di età superiore ai 75 anni.
Per poter beneficiare del bonus è necessario esser in possesso di un valore ISEE uguale o inferiore a 20.000 euro.
Nel mese di giugno verranno emanati appositi bandi per l’accesso alla misura

 

Maggiori dettagli sul dito della Regione Lombadia o contattando il  Call Center n. 800.318.318 (da lunedì a venerdì 8:00-21:00 – sabato 8:00-20:00)

Disturbi dell’apprendimento: come riconoscerli ed affrontarli

Disturbi dell’apprendimento: come riconoscerli ed affrontarli.

Che cosa sono i disturbi dell’apprendimento?

Con questo nome, noto anche con la sigla DSA, si vuole indicare una gamma di problematiche nello sviluppo cognitivo e nell’apprendimento che non sono però imputabili fattori di handicap mentale grave. Le “Raccomandazioni per la pratica clinica sui disturbi specifici dell’apprendimento”, disponibili in Italia dal 2007, indicano che il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di DSA è quello della discrepanza tra il livello di intelligenza generale del bambino e l’abilità nel dominio specifico interessato.

Pertanto, per parlare di DSA vi deve essere una compromissione significativa in uno specifico “settore” dell’apprendimento ma un livello intellettivo nei limiti della norma. Inoltre, si devono escludere condizioni di handicap (es. mentale, sensoriale) e si devono valutare attentamente gli aspetti di svantaggio socioculturale che possono influire sulle difficoltà scolastiche, così come escludere la presenza di altri disturbi specifici (es. disturbi dello spettro autistico, problematiche emotive gravi, ecc.).

Come si possono suddividere?

Si possono distinguere principalmente tre tipi di abilità fondamentali nei primi apprendimenti, cioè quelle della lettura, della scrittura e del calcolo. Nonostante più avanti nello sviluppo l’insegnamento si sposti anche ad abilità più complesse (es. apprendimento delle lingue straniere, del ragionamento matematico) i sistemi di classificazione standard si sono concentrati maggiormente sulle abilità di base.

I DSA si suddividono perciò in : dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia.

La dislessia è il disturbo specifico di lettura che si manifesta nei processi di decodifica dei segni scritti

La disortografia è un disturbo specifico di scrittura che si esprime attraverso difficoltà di transcodifica (es. non si rispetta la corrispondenza tra il suono della lettera e il segno grafico della lettera stessa)

La disgrafia è un disturbo specifico di scrittura che si manifesta attraverso una scrittura deformata, irregolare a causa di un disturbo che colpisce la coordinazione

La discalculia è un disturbo specifico del calcolo che si manifesta con difficoltà nei compiti numerici e aritmetici di base come ad esempio leggere e scrivere correttamente i numeri o eseguire calcoli a mente e scritti con rapidità e precisione

Quali sono le caratteristiche di questi disturbi che mi possono aiutare a capire se vi è una difficoltà?

DISLESSIA

Mentre il bambino legge, è possibile che si verifichino i seguenti errori:

scambio di vocali (es. casa/cosa)

scambio di consonanti (es. fento/vento)

omissione o aggiunta di suoni

omissione di parola

salti di righe

errori di accentazione

errori di omissione/aggiunta di doppie

 

DISORTORGRAFIA

Nella scrittura, il bambino può:

omettere o aggiungere delle doppie

omettere o aggiungere degli accenti

scambiare i suoni e scrivere una lettera per un altra

invertire delle lettere (es. interprete/interpetre)

inserire lettere

omettere o aggiungere la h

omettere o aggiungere l’apostrofo

“fondere” delle parole (ilcane)

 

DISGRAFIA

Non vi sono, in Italia, sistemi di classificazione agili capaci di rilevare i diversi livelli di gravità nella disgrafia. In linea di massima, il criterio che possiamo usare è quello della leggibilità della scrittura.

Inoltre si può osservare come il bambino riesce a gestire lo spazio del foglio (es. fatica a stare nello spazio oppure ne utilizza troppo poco), la distanza che pone tra le lettere e le parole (es. molto distanti o eccessivamente vicine) e la rapidità di scrittura.

 

DISCALCULIA

Il bambino può:

avere difficoltà a capire i termini o i segni matematici

faticare a riconoscere i simboli numerici

avere difficoltà ad imparare le tabelline

non riuscire a capire i concetti di base delle operazioni

faticare ad allineare correttamente i numeri o a inserire decimali/simboli nei calcoli

 

Cosa fare se sospetto un DSA?

Quanto scritto nel paragrafo precedente rappresenta solamente un’indicazione di massima non esaustiva, una guida nel caso avessimo qualche sospetto che nostro figlio abbia delle difficoltà di apprendimento.

Teniamo presente che la diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere fatta alla fine della seconda elementare, mentre quella di discalculia alla fine della terza elementare.

Quando un genitore sospetta di avere un figlio con un disturbo dell’apprendimento, deve rivolgersi al pediatra e agli insegnanti per valutare eventuali percorsi di potenziamento per risolvere le problematiche evidenziate. Se l’attività didattica proposta risulta inefficace, bisogna fare, al più presto, una valutazione diagnostica. Per poter fare la valutazione diagnostica, bisogna rivolgersi al servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Agenzia di Tutela della Salute di competenza (ex ASL) oppure a dei centri privati. Da evidenziare che spesso, data la mole delle richieste, i servizi di Neuropsichiatria Infantile hanno tempi di attesa piuttosto lunghi, che tuttavia è sempre bene verificare direttamente. In alternativa, ci si può rivolgere a centri privati che sono accreditati per la diagnosi di DSA. L’accordo tra Stato-Regioni su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)”,  prevede che per poter effettuare la certificazione di un Disturbo dell’Apprendimento, il centro debba avere esperienza nell’attività diagnostica dei DSA, debba avere disponibilità di un’équipe multidisciplinare costituita da neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti eventualmente integrata da altri professionisti sanitari e modulabile in base alle fasce di età.

Inoltre, ci dev’essere una dichiarazione di impegno a rispettare le Raccomandazioni per la pratica clinica dei DSA (2007-2009) ad esempio in merito alle procedure diagnostiche utilizzate e alla formulazione della diagnosi.

 

Il sito aiditalia.org offre numerose indicazioni e spunti per sapere di più sui disturbi specifici dell’apprendimento e in particolare una guida per i genitori molto utile ed esaustiva

Interessante anche il sito anastasis.it che offre una panoramica anche degli strumenti compensativi.

Dott.ssa Cavana Maura

Psicologa-Insegnante di Massaggio Infantile

Riceve a Palazzolo sull’Oglio e Bergamo

Mail: maura.cavana@gmail.com

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Leggiamo! Giornata mondiale del LIBRO

Il 23 aprile è la Giornata Mondiale del LIBRO e del diritto d’autore

Giornata venne sancita dalla Conferenza Generale dell’UNESCO nel 1995 e da allora da vita ad una serie di manifestazioni in tutto il mondo. Lo spunto  fu certamente la Giornata del libro che in Catalogna veniva celebrata già dal 1966

L’obiettivo della Giornata è quello di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il contributo che gli autori danno al progresso sociale e culturale dell’umanità-

Il 23 Aprile è la data simbolica della letteratura del mondo e mai casuale.  È in questa data che, nel 1616, Cervantes, Shakespeare e Inca Garcilaso de la Vega morirono. È, inoltre, la data di nascita o di morte di altri importanti autori, quali Maurice Druon, Haldor K. Laxness, Vladirmir Nobokov, Josep Pla e Manuel Mejia Vallejo.

Leggere fa bene e non ha controindicazioni!

Voi cosa leggete coi vostri bimbi?

Se avete bisogno di qualche spunto potete consultare la sezione Leggiamo! o il blog Mileggiunastoria

 

 

 

Abbracciami!

Dalla blogger di Mileggiunastoria arriva la proposta di lettura e recensione del libro:

 

ABBRACCIAMI!

di Jeanne Willis e Tony Ross, ed. ilCastoro

Simone è un lumacone dolce e carino. Certo, è un po’ viscido e appiccicoso ma è anche molto, molto tenero. Così, diventa davvero triste quando si rende conto che la sua mamma non lo abbraccia mai! E’ disposto a tutto, pur di ottenere un abbraccio e decide di chiedere aiuto agli altri

C’è chi gli dona un po’ di piume, per essere più colorato; chi lo riveste di una pelliccia per essere caldo e morbido; chi gli infila sul viso un becco e addirittura un paio di zampe!

Basterà tutto questo, per essere abbracciato?

Ma non vi preoccupate, cari bambini, la storia finisce bene… Perché la mamma di Simone ha in serbo una tenerissima sorpresa per il suo lumachino!

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Età di lettura: questo libro è adatto ai bimbi che ancora non sanno leggere, perché ha tante figure, ma anche ai bimbi che hanno appena imparato e vogliono cominciare a esercitarsi nella lettura!

In vacanza da solo una grande opportunità per crescere

La socializzazione si sa è una tappa importante per la crescita personale dei bambini, anche per questo sin dalla più tenera età frequentano gli asili e poi la scuola. Esistono tuttavia altri momenti, quelli extrascolastici come le vacanze, che potranno essere vissuti dai nostri figli come opportunità di crescita e di rafforzamento della propria indipendenza.

Per un bambino affrontare la distanza dai propri cari sarà senza dubbio un’esperienza formativa alla quale è bene dare la giusta importanza. A giorno d’oggi sempre più famiglie scelgono nuove formule di vacanza under 14, come campi estivi, kinderheim, centri vacanza, a volte per motivi di lavoro a volte semplicemente per dare ai propri figli l’opportunità di accrescere la fiducia in loro stessi. Vedremo anche come la partecipazione ai gruppi scout potrà essere una valida occasione per crescere.

La scelta di inviare il proprio figlio in vacanza da solo genera nei genitori tutta una serie di perplessità, poiché capita che la difficoltà dell’allontanamento sia più forte nei genitori che nei figli.

Per tale ragione è utile pianificare con tempo questa esperienza e dare tutti gli elementi di conoscenza al nostro bambino per stimolare la curiosità e generare in lui entusiasmo. E’ bene scegliere la tipologia più adatta alle esigenze della famiglia e del bambino, affinché la sua permanenza sia agevolata dalla struttura ospitante. Meglio evitare di forzare nostro figlio a partire da solo se ci si rende conto che non sia pronto ad affrontare questa prova, poiché non esiste un’età giusta e solo i genitori hanno la capacità di sapere se il proprio figlio sia abbastanza maturo psicologicamente per affrontare l’esperienza.

Per aiutare il proprio figlio ad abituarsi a vivere esperienze da solo in maniera graduale inserirlo in un gruppo scout potrebbe essere la giusta soluzione. Lo scoutismo certo segue i propri valori nella specificità delle differenti culture, ma è bene ricordare che la fraternità internazionale è stata uno dei primi obiettivi del fondatore affinché questo movimento possa superare le differenze di nazionalità, cultura e religione, ponendo al centro dell’educazione alcuni valori fondamentali come la dignità umana, la pace e il sentimento di essere cittadini del mondo. Un aspetto basilare dello scoutismo è la vita di gruppo e la dimensione comunitaria, le attività tutte volte a stimolare l’autoeducazione ed il riconoscimento delle responsabilità si svolgono in gran parte all’aria aperta ed in qualsiasi stagione. Per saperne di consigliamo di leggere un utile approfondimento sul mondo degli scout sul sito di mammaoggi.

Tuttavia se si decide che è il momento giusto per far affrontare al proprio bambino una vacanza vera e propria da solo è bene concentrarsi sui benefici che questa incredibile esperienza può apportare alla sua crescita personale. Innanzitutto sarà un’esperienza nuova perché per la prima volta dovrà confrontarsi con persone che non conosce e che non lo conoscono, ma con le quali deve apprendere a relazionarsi. Le situazioni nuove al quale sarà sottoposto lo aiuteranno ad acquisire più autonomia e ciò sarà direttamente proporzionale ai metodi utilizzati dagli organizzatori delle vacanze affinché ci siano opportunità per lui di prendere l’iniziativa giusta e cavarsela da solo, senza ovviamente dimenticare i limiti ai quali ci si deve attenere per l’età dei partecipanti.

In un contesto che non conosce e nel quale il suo comportamento non sarà accettato incondizionatamente bensì sottoposto ad alcune regole, il bambino dovrà saper trovare il suo ruolo e saper condividere con i suoi coetanei lo spazio a disposizione, sarà altresì confrontato all’accettazione da parte del gruppo per la quale sarà necessario per lui mettere in discussione alcuni lati del suo carattere. Ciò lo beneficerà in termini di responsabilità delle sue azioni, ma anche in termini di fiducia in se stesso e incoraggiamento alla curiosità ed alla scoperta di cose nuove.

Risparmiare energia in casa è più facile di quel che sembra

Risparmiare energia in casa è più facile di quel che sembra

Quando si discute di risparmio energetico, si pensa sempre in grande, tuttavia bisognerebbe sottolineare che per salvaguardare il Pianeta ed il bilancio familiare basta seguire qualche piccolo accorgimento. Ognuno di noi può dare una mano. Alla fine, è proprio all’interno della casa che avviene un’alta percentuale di spesa energetica: tra gli elettrodomestici, l’illuminazione, l’acqua e il riscaldamento, le dispersioni sono (purtroppo) all’ordine del giorno.

Con questa piccola guida cercheremo di inquadrare alcune utili indicazioni su come risparmiare energia ed acqua in casa, per proteggere l’ambiente, sfruttare le fonti rinnovabili e abbattere le spese. Se la cosa vi interessa e avete voglia di ulteriori approfondimenti, potete dare un’occhiata anche al sito di Facile.it che tratta solamente le informazioni fondamentali sul risparmio energetico.

Casa calda a metà prezzo

Il riscaldamento è uno dei punti forti in fatto di consumi energetici: il 79% della spesa energetica domestica è infatti imputabile a questa voce. Si può intervenire in 2 modi:

Nel primo caso è sufficiente:

• provvedere a un’adeguata manutenzione della caldaia, tenendo i filtri puliti;

• eliminare l’aria accumulata nei termosifoni tramite valvola apposita;

• non coprire i termosifoni mentre sono in uso e tenere le finestre aperte quando c’è il sole per accumulare calore nelle stanze e ridurre sprechi energetici.

Nel secondo caso, se l’abitazione lo consente, si può pensare ad un intervento molto più importante che da un lato vi farà affrontare una spesa iniziale non indifferente, che però dall’altro lato verrà ammortizzata nelle bollette in futuro – parliamo della possibilità di:

• installazione un impianto fotovoltaico che comporta una vera svolta in materia di efficienza energetica e di risparmio; sono anche previste detrazioni fiscali per chi volesse lanciarsi in quest’impresa; l’autoproduzione d’acqua calda e di riscaldamento, sfruttando solo l’energia solare, porterebbe in breve alla sparizione delle temute bollette energetiche.

• provvedere all’isolamento termico con finestre a doppio vetro, soluzione che comporta una migliore coibentazione.

• effettuare interventi strutturali come il cappotto termico delle pareti e dei tetti.

 

Accendiamo (e spegniamo) la luce

Pensate che risparmiare energia senza restare al buio non è possibile? Vi sbagliate:

• l’illuminazione al led, tra faretti e lampadine, offre tutta la luminosità desiderata, ma ad un prezzo più basso; è vero che costano di più, quindi preparatevi ad una spesa iniziale maggiore, ma il risparmio energetico sulla bolletta è pari al 70%, dunque ne vale sicuramente la pena.

• fate maggiore attenzione anche a quando la luce non serve, è buona norma spegnerla per non consumare le kWh inutilmente.

 

Risparmiamo l’acqua

L’installazione di un fotovoltaico o di pannelli solari termici ridurrebbe i consumi in materia d’acqua, ma se ciò non dovesse essere possibile, sarà bene:

• utilizzare un miscelatore per rubinetti così da regolare la fuoriuscita d’acqua;

• servirsi dello sciacquone doppio per il water, così da usare solo l’acqua necessaria.

 

Occhio agli elettrodomestici

Per quanto riguarda gli elettrodomestici, è opportuno evitare di accenderne contemporaneamente troppi e ricordarsi di staccare sempre le spine non necessarie, comprese quelle della TV.

 

Come potete vedere, risparmiare energia in casa non significa affatto rinunciare al comfort, basta veramente correggere alcune abitudini e sfruttare le fonti rinnovabili insieme a quelle a basso consumo che la tecnologia oggigiorno ci offre.

Il pesce d’aprile!

Oggi torna puntuale il pesce d’aprile!! Pronti a fare e ricevere scherzi?

Quantomeno il più classico dei classici: attaccare alle spalle di un malcapitato un foglietto con disegnato un pesce o con sopra scritto: “Pesce d’aprile“.

Può essere occasione di ridere insieme ai propri bimbi e a superarsi prendendosi in giro.

Buon pesce d’aprile a tutti!

 

Ma sapete da dove nasce la tradizione del pesce d’aprile? 

Le origini del pesce d’aprile non sono note, anche se sono state proposte diverse teorie.
Prima dell’adozione del calendario Gregoriano, nel 1582, il Capodanno era celebrato dal 25 marzo (la vecchia data dell’equinozio di primavera) al 1 aprile. Una delle ipotesi più accreditate vuole dunque che, a seguito del cambiamento, non tutti si abituarono al cambiamento e vennero quindi additati come gli “sciocchi d’aprile”. Da qui l’origine burlesca dell’1 aprile.Infatti, in Europa, i festeggiamenti del primo d’aprile diventano usanza intorno alla fine del 1500. Nella Francia di Re Carlo IX e nella Germania degli Asburgo prende via la tradizione che si diffonde poi in Inghilterra (nel XVIII secolo) e negli altri stati europei.Nel 1564 il re francese stabilì, con il decreto di Roussillon che il primo giorno dell’anno fosse il 1 gennaio.Anche il calendario gregoriano sceglierà qualche anno dopo la stessa data per festeggiare il Capodanno.La leggenda vuole che molti francesi, contrari a questo cambiamento o semplicemente sbadati, continuassero a scambiarsi regali, festeggiando il Capodanno come ai vecchi tempi.Dei burloni iniziarono così, per sbeffeggiarli, a consegnar loro regali assurdi o vuoti durante feste inesistenti. Nel regalo vuoto si poteva trovare un biglietto con scritto “Poisson d’Avril”: pesce d’aprile in francese.

In Italia l’usanza dell’1 aprile è recente: risale al 1860-1880. La prima città ad accogliere l’abitudine francese fu Genova, dove la passione per gli scherzi d’aprile sbarcò nel suo porto così vivace. La tradizione si radicò prima tra i ceti medio-alti, poi prese piede anche tra il resto della popolazione.

E nel resto del mondo?

Ogni paese ha un suo modo di chiamare la festa dell’1 aprile. In Francia, come in Italia, si usa l’espressione Poisson d’Avril – Pesce d’aprile.

Nei paesi anglofoni, come Regno Unito e America, invece, si chiama “April fool’s day” (“Il giorno dello sciocco d’aprile”), dove il termine “fool” richiama alla mente il “Fool”, il giullare delle corti medioevali, sottolineando così la connotazione scherzosa della festa. Infine, in Germania “Aprilscherz” è più semplicemente lo “Scherzo d’Aprile”.
Nella Scozia delle Highlands invece, il pesce d’aprile dura due giorni, nel secondo, il”Taily Day”, ci si diverte ad attaccare sulla schiena dei malcapitati (sciocchi o gawls) un cartello con la scritta “Kick me!” (Dammi un calcio).

In Portogallo, i giorni dedicati agli scherzi sono la domenica e il lunedì prima della Quaresima in cui interi pacchi di farina vengono gettati sugli amici!

Anche l’India ha il suo pesce d’aprile. Cade però un giorno prima, il 31 marzo. In quella data si celebra la festa Huli per celebrare la primavera e prendersi gioco di tutti.

Ovunque, in Europa e nel mondo, l’1 aprile si festeggia ancora un po’ Carnevale!

 
(fonte FocusJunior)

Buona Pasqua

Pasqua ormai è alle porte l’augurio di Bresciabimbi è di riuscire a trascorrere del tempo in famiglia, del tempo buono che permetta a tutti, grandi e piccini di ricaricarsi.

Sono pochi giorni di stop, ma sempre utili per recuperare o ritrovare l’energia.

Se non avete idee per il giorno di Pasquetta, nel calendario ce ne sono diverse!

Se avete voglia di avventurarvi fuori Brescia, in provincia di Vercelli, c’è il Castello delle sorprese. Un borgo medievale che si trasforma in una cittadella in festa con storie, laboratori e giochi di una volta per giornate all’insegna della spensieratezza e del divertimento.

 

Buona Pasqua!

 

Non aprite quella pappa!

Cosa c’è davvero dentro il cibo dei bambini? Conosciamo gli ingredienti “nascosti” che arrivano sulle nostre tavole? Sappiamo leggere le etichette?  Cosa guida davvero  i nostri acquisti?

Tante domande come queste hanno mosso la giornalista Laura Bruzzaniti  ad affrontare un viaggio all’interno di un mercato che pare marginale, ma che in realtà ha grande potere: il baby food. Tutte le informazioni raccolte e le riflessioni che ne sono nate sono racchiuse in un libro da poco in circolazione dal titolo: Non aprite quella pappa! Manuale di autodifesa per genitori e bimbi edito da Altraeconomia.

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Titolo certamente importante, ma ancora di più lo sono i suoi contenuti. Senza pregiudizi e con il supporto di autorevoli pareri il libro scopre il velo sull’universo del cibo industriale per bambini e sul marketing del baby food spiegando chi sono “i padroni della pappa”, quali siano alcuni dei meccanismi e degli inganni della pubblicità nel settore del cibo per bambini.

Il vero obiettivo della pubblicità degli alimenti per l’infanzia è  chi si occupa della  spesa: i genitori! I bimbi difficilmente si recano al supermercato in autonomia, così sono i grandi ad essere influenzati dal bombardamento di messaggi rassicuranti sulla bontà e genuinità  di prodotti che vengono raccontati come salutari e adatti ai bambini, ma spesso non lo sono.

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Il testo non è un invito a non comprare cibo industriale, ma vuole essere un manuale che aiuti i genitori a diventare più consapevoli nei propri acquisti e nelle proprie scelte; genitori capaci di leggere le etichette correttamente e soprattutto di decodificare i messaggi nascosti e la pubblicità ingannevole.

Zucchero, sale, farine raffinate, grassi “cattivi”, additivi e aromi sono spesso presenti in quantità eccessive nella lista degli ingredienti dei cibi “dedicati” ai bambini. L’analisi dell’autrice scova, o meglio, fa risaltare la presenza di questi ospiti in alimenti di uso comune nell’alimentazione dei bambini. Se è nell’immaginario di tutti che le merendine possano contenerli magari balza meno alla mente che siano presenti in nelle tisane, latte di proseguimento, yogurt, formaggini, surgelati, cornflakes,…..

Il potere è nelle mani di chi compra!

La psicologia perinatale

La psicologia perinatale

La definizione perinatale abbraccia tutto ciò che ruota attorno al concepimento, alla gravidanza, al parto, all’allattamento ed alla puericultura dei primi mesi di vita del bambino.

La psicologia perinatale ha come obiettivo la promozione e la tutela della salute fisica e psichica di mamme e bambini, durante i delicati periodi di gravidanza, parto, puerperio, ma anche la promozione del benessere della coppia e della famiglia.

L’obiettivo dello psicologo perinatale è promuovere e potenziare le risorse individuali della donna e della coppia, attuando prevenzione ed informazione, accompagnando verso scelte consapevoli ed autonome a favore dell’acquisizione del ruolo genitoriale, sempre nell’ottica di favorire il benessere caso specifico di ogni particolare situazione.

Le ricerche sul benessere percepito dalle donne in gravidanza e nel posto parto evidenziano quanto il benessere fisico e psicologico siano correlati indissolubilmente.

La donna che può usufruire di uno spazio di consulenza in cui confrontarsi con altre mamme e con esperti di psicologia perinatale ha a disposizione la più potente delle risorse per affrontare al meglio, con consapevolezza, con supporto, il cammino dell’attesa e del post parto.

In gravidanza e nel post parto le problematiche fisiche ed emotive sono intrecciate come non mai. Le emozioni collegate al concepimento, alla gravidanza ed all’attesa del giorno del parto sono amplificate rispetto ad altri momenti della vita, è normale vivere emozioni contrastanti, come è normale vivere in modo amplificato queste sensazioni.

Obiettivo della consulenza perinatale è far emergere e dare voce alle emozioni più controverse: le paure, il senso d’inadeguatezza, la fatica fisica e psichica, le aspettative, la solitudine, la rabbia… al di là degli stereotipi e dei condizionamenti culturali.

Per una donna in attesa prima e una neo mamma poi trovare uno spazio di condivisione con altre donne, confronto, accoglienza, in un clima di sospensione dei giudizi, significa trovare un contenitore per tutte le angosce non dette e non riconosciute, tutto quello di cui ci si potrebbe vergognare, che quasi si fa fatica a pensare, e che pare impossibile da dire ed esternare ad alta voce.

Questo processo non può essere indolore, ma abbiamo una risorsa fondamentale: le altre donne che vivono assieme a noi questo meraviglioso viaggio chiamato gravidanza e gli esperti pronti ad ascoltare ed accogliere ogni dubbio.

Maria Giovanna Massensini

Mariagiovanna.massensini@ordinepsicologiveneto.it

338 8607755

collabora con Centro La Ninfea 

Auguri a tutti i papà!

La festa del papà

A metà tra la festa della donna e la Pasqua cade un’altra giornata molto importante: la festa del papà!
Il giorno è 19 marzo il giorno perfetto per festeggiare e non perdere l’occasione di  rinnovare l’ amore per una persona davvero speciale: il papà!
Papà è una parola breve, due sillabe semplici che racchiudono metà della nostra vita e della nostra esistenza.

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Ci sono molti modi di festeggiare, ogni famiglia ha il proprio, non esiste una regola in questo, ma certamente il regalo migliore che ogni papà, e ogni genitore, desidera e apprezza di più è una sincera dimostrazione di affetto. I lavoretti sono sempre molto graditi perchè, oltre alla bellezza del regalo in sè, sono la dimostrazione di un pensiero, di un’attenzione, di un tempo dedicato per preparare qualcosa di unico  e personale per qualcuno. Non si può non adorare i meravigliosi lavoretti che i bimbi regalano.

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  • 13 marzo 2022

    Qual è il profumo del tuo papà?

    Degustazione olfattiva con laboratorio creativo per bambini
    Domenica 13 marzo 2022 dalle ore 11.00 alle ore 19.00
    l’Olfattorio di Brescia dedica la giornata ai papà.

    Scopri i dettagli della giornata

Di solito per la festa del papà vanno per la maggiore cravatte, portapenne, agende, simpatici attestati,…forse sarebbe bello poter lasciare un segno che non ricordi il mondo del lavoro, da cui spesso i papà sono assorbiti.

Magari una bella colazione a letto, sempre che il papà non lavori anche di sabato, accompagnata da tanti bacini e coccole, potrebbero essere un buon inizio. E se i bambini vanno a scuola di sabato si può rimediare nel pomeriggio o con una serata speciale. Il modo si trova!

L’importanza dei padri nella crescita

La figura del padre è importante fin dai primi mesi di vita del figlio, comprese le cure primarie.
Pertanto non abbiate paura di inserirvi nel profondo legame fra madre e figlio, voi siete i padri e non dovete avere timore.

Leggi l’approfodimento della dott.ssa Croci

L’origine della festa del papà, ecco una pillola di storia..

La festa del papà o festa del babbo è una ricorrenza diffusa in tutto il mondo, i papà sono in tutto il mondo, e da sempre vengono festeggiati.

La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale.

In molti Paesi la ricorrenza è fissata per la terza domenica di giugno, mentre in Italia viene festeggiata il 19 marzo,  il giorno di san Giuseppe, padre di Gesù. San Giuseppe, in quanto modello del padre e del marito devoto, nella tradizione popolare protegge anche gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati. Come ogni tradizione è accompagnata da specialità culinarie: la zeppola di San Giuseppe (di origine napoletana) è la più famosa, ma c’è anche la raviola e  la zeppola di riso.

Letture e lavoretti per la festa del papà

  • Papà isola

    Con la sterminata dolcezza che solo l’intimità può regalare, la compagna del neo-papà orso protagonista di questo albo spiega come fare il padre sia un gesto naturale, che non si impara su nessun manuale

  • Le mani di papà

    Le mani di papà sono salde e sostengono il bambino che cresce, lo rassicurano anche nelle situazioni più pericolose.

  • La pelle dell’orso

    Storia che offre un prezioso insegnamento e prova a dare voce alle distanze e alle solitudini che talvolta come genitori viviamo quando i figli diventano grandi e si allontanano.

  • Tanti altri titoli…

    Raccolta di libri bellissimi da leggere e lavoretti dalla rubrica creativa di Fata Violetta

  • Forti e teneri: i nuovi papà

    Quanti tipi di papà esistono, oggi?
    Sicuramente molti più di un tempo e così, quando pronunciamo questa semplice parola, possiamo immaginare

  • Deliziosa cornice fai da te

    Ci aiuta Sara di Stelle gemelle con una cornice facile da far realizzare ai bambini che i papà certamente apprezzeranno

WoodMyName per la festa del papa

LittleMe

Il nome del papà inciso nel legno!
Idea regalo davvero unica per un segno che dura nel tempo e crea un ricordo!

Scopri le idee LittleMe

SmemoCornice

Cornice super personalizzata per selfie speciali con il papà!
Idea creativa dell’Angolo degli Spaciughi di Fata Smemorina per la festa del papà.

Più di 100 lavoretti e regali

lavoretti e idee per la festa del papà da Pane Amore e Fantasia

Sul blog PaneAmoreeFantasia trovi più di 100 lavoretti e regali fai per la festa del papà, divisi per tipologie di materiali e non solo per bambini!

Da papà a papà

La compaternita

La compaternita è un podcast che senza prendersi troppo sul serio, fa un pò di chiarezza sulla professione più bella e complicata del mondo, quella del papà.

Scopri di più sulla compaternita

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La festa della DONNA

8 marzo: Giornata internazionale della donna.

Ma sappiamo che scintilla ha fatto nascere questa festa?

La Giornata internazionale della donna , o Festa della donna, cade l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.

La festa affonda le sue radici all’inizio del secolo scorso. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909.

Durante il VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907  vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo, sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne. Il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a « lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne »,

Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali « di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile ». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909.

Verso la fine dell’anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910.Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman’s Day.

Il Woman’s Day tenuto a New York  venne impostato come manifestazione che unisse le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell’ormai consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 – due giorni prima dell’apertura dell’VIII Congresso dell’Internazionale socialista – di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.

In Europa le prime giornate dedicate alla Festa della donna ebbero luogo  nel 1911 e in Italia nel 1922, dove si svolge ancora oggi.

Con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.

Col passare degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po’ sfumando, lasciando spazio ad una ricorrenza caratterizzata sempre più da forti interessi politici e, soprattutto,  commerciali, che vedono in questa festa il loro business.

Una leggenda alquanto controversa e poco documentata, vuole che questa festa nasca in un terribile  avvenimento umano e sociale che vide le donne protagoniste nell’ambito lavorativo.

Eppure l’unica colpa di queste donne era stata quella di unirsi in una lotta sociale per ottenere delle condizioni di vita più umane e dignitose…

Nel 1908, un gruppo di operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terrificanti condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’ 8 marzo il proprietario Mr. Johnson, stanco della mancata produttività e soprattutto il non voler riconoscere tali diritti, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.  Un grosso incendio divampa all’interno della fabbrica e le donne operaie prigioniere  ne furono travolte e ben 129 di loro morirono arse dalle fiamme.

Questa data fu poi proposta come giornata di lotta internazionale,  a favore delle donne, da Rosa Luxemburgo, proprio in ricordo della tragedia.
Questo triste accadimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi  ad una serie di celebrazioni che, i primi tempi, erano circoscritte agli Stati Uniti  e avevano come unico scopo il ricordo dell’orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica.

In seguito, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla  condizione sociale, la data dell’ 8 Marzo assunse un’importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni  che la donna dovette subire nel corso dei secoli,  ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto

 

Un caro augurio ad ogni donna di vivere appieno e con serenità ogni giorno!

Il sonno del bambino

Cosa dobbiamo conoscere per sapere se nostro figlio ha un problema con la nanna

Sonno e sviluppo

Il sonno è essenziale per lo sviluppo del bambino perché durante il sonno il corpo ed il cervello del piccolo continuano a svilupparsi e si pongono le basi per l’apprendimento. È fondamentale tenere presente che il sonno si trasforma a seconda dell’età. Nella fascia d’età 0-3 anni, il sonno del bambino ha caratteristiche specifiche che lo differenziano da quello dell’adulto, poiché vi sono un maggior numero di fasi che si susseguono e in generale passano più tempo nella fase di sonno leggero che non in quella di sonno tranquillo. Dai quattro anni in poi, il sonno prende le caratteristiche formali di quello dell’adulto.

I primi tre mesi di vita del neonato rappresentano un’esogestazione, cioè una seconda gestazione al di fuori dal grembo materno. Il piccolo si trova per lo più in una condizione di disadattamento rispetto al mondo esterno, abituato per nove mesi a una realtà completamente diversa e molto più protettiva. Per questo motivo è naturale che vi sia in questa fase una stretta dipendenza genitore-bambino, anche per l’addormentamento, poiché il piccolo necessita della massima salvaguardia ( anche stando a stretto contatto con il genitore) per poter sopravvivere. Nel primo trimestre, mediamente un bambino può dormire 15/16 ore, suddivise tra il giorno e la notte. È molto più comune che in questa fase il piccolo si addormenti ed entri subito in una fase di sonno REM, che è un tipo di sonno più agitato rispetto al non- REM. Ecco perché può succedere che si svegli molto più facilmente rispetto a quando è addormentato da più tempo.

Dal quarto al sesto mese di vita, il bambino possiede un sistema nervoso sufficientemente maturo tale da consentirgli di dormire anche otto ore senza mangiare e senza che sia necessario un intervento del genitore (anche se è possibile che ciò ancora non avvenga). È anche possibile che il bambino dorma dieci/undici ore, magari svegliandosi una o due volte per notte. In generale, nel secondo trimestre, la quantità di tempo di sonno diminuisce: in media il bambino dorme 8/10 ore di notte e 4/5 di giorno. Il sonno inizia con una fase di sonno tranquillo (non-REM) e intorno al 6° mese il piccolo passa solo ¼ del tempo nella fase REM.

Nel terzo trimestre solitamente diminuisce la quantità di sonno, soprattutto quello pomeridiano e diminuisce il sonno più agitato.

Durante il primo anno di vita si alternano più volte nell’arco della stessa notte fasi di sonno profondo non- REM a fasi di sonno leggero REM, durante le quali non sono infrequenti i risvegli del nostro bambino.

A cosa serve, vi chiederete, tutto questo sonno REM? Il sonno REM è un tipo di sonno un po’ paradossale perchè si è visto che,in una persona profondamente addormentata, l’attività della corteccia cerebrale è molto vicina a quella della veglia. Aumenta il ritmo della respirazione, il consumo di ossigeno da parte del cervello e il battito del cuore è meno regolare. Questa stimolazione costante del cervello è necessaria al bambino per il suo sviluppo cognitivo ed affettivo.

Sonno, separazione, autonomia e regolazione

Per il nostro bambino imparare a dormire è il risultato di un complesso processo di autonomizzazione dal genitore. Anche per il genitore stesso, insegnare al piccolo a dormire fa parte del difficile compito di separarsi da lui psicologicamente e questo può avvenire solo se anche il genitore fa un passo indietro per permettere al bambino di imparare a dormire da solo.

Al giorno d’oggi sempre più spesso i genitori lavorano tutto il giorno e, quando rientrano la sera, non vedono l’ora di stare con il proprio bambino e sentono davvero difficile lasciarlo anche durante la notte. Ciò però ostacola il processo di auto regolazione del bambino rispetto ai suoi bisogni interni, soprattutto se si considera che i primi tre anni di vita lo sviluppo di pattern regolari si organizza attraverso il sistema di mutua regolazione bambino-caregiver. Non dimentichiamo però che il bambino, per la formazione della sua identità, ha bisogno di sentirsi amato, riconosciuto e valorizzato. Questi tre aspetti fanno riferimento ad un genitore comunque presente e affettivo ma rispettoso dei bisogni del suo bambino. Sperimentare una BUONA DIPENDENZA è la base per lo sviluppo di una SANA AUTONOMIA nel presente e nel futuro.

La regolazione del ciclo sonno/veglia, tuttavia, si basa, oltre che sulla capacità del genitore di sintonizzarsi sui bisogni di autonomia del bambino (in base alla fase del ciclo di vita in cui si trova), anche su altri aspetti come ad esempio il soddisfacimento dei bisogni primari (allattamento, fame, sete, ecc.), il tipo di ambiente dove dorme il bambino (rumore, luce, temperatura, ecc.) e il temperamento del neonato.

 

Quali sono alcune possibili cause dei problemi del sonno nel bambino?

Nella fascia d’età che va dagli o ai tre anni bisogna tenere in considerazione diversi fattori che possono dare origine o influenzare l’addormentamento del bambino: il suo temperamento, la regolazione dei bisogni fisiologici, parto difficile/traumatico oppure un momento specifico che genera ansia nel bambino (es. recente periodo di malattia, ingresso al nido, ecc.), oltre ovviamente a problemi di ordine medico (es. coliche,reflusso,intolleranze, ecc.) e alle fasi evolutive dove il piccolo acquisisce importanti nuove competenze che richiedono molta energia (es. si pensi al gattonamento).

Oltre a ciò, è importante tenere presente i fattori comportamentali e quelli relazionali, anch’essi fondamentali per comprendere le cause delle difficoltà del bambino. Tra i fattori comportamentali che possono ostacolare l’addormentamento possiamo citare, ad esempio, un’eccessiva stanchezza del bambino che gli impedisce di raggiungere uno stato psicofisico abbastanza rilassato per poter avvicinarsi al sonno, oppure un ambiente nanna iper-stimolante (es. troppo rumoroso oppure con luci disturbanti), oppure ancora una modalità di addormentamento non adeguata all’età (es. è più probabile che un bambino di tre mesi si addormenti mentre sta mangiando, mentre un bambino di due anni, più autonomo rispetto al neonato, è possibile preferisca la lettura di una filastrocca associata a qualche coccola). Dormire in un ambiente poco adeguato potrebbe inoltre causare risvegli notturni frequenti, così come l’eccessiva stanchezza potrebbe portare ad avere un sonno agitato, oppure una modalità di addormentamento totalmente dipendente dal genitore (dopo il primo trimestre di vita del bambino).

Tra i fattori relazionali che possono causare difficoltà di addormentamento oppure risvegli notturni problematici possiamo citare l’aver avuto precedenti esperienze “negative” con il sonno (es. pianto prolungato) o l’avere relazioni con il mondo esterno che causano ansia e/o preoccupazione nel bambino. Inoltre, è importante che il piccolo sia riuscito a soddisfare durante la giornata il suo bisogno di attaccamento e vicinanza, anche solamente condividendo con la sua famiglia la cena, il bagnetto o il rituale dell’addormentamento. Il bambino inoltre percepisce eventuali tensioni o conflitti presenti all’interno del nucleo familiare o nella coppia e questo inevitabilmente può influenzare la sua serenità durante il sonno.

Dr.ssa Cavana Maura-Psicologa

Mail: maura.cavana@gmail.com

Telefono: 349 7071804

Riceve a Palazzolo sull’Oglio e Bergamo

Servizio 0-5 anni

Servizio 0-5 anni

Comprendere le difficoltà del bambino piccolo … così che non crescano con lui

Un’occasione per vivere al meglio i primi anni di vita del tuo bambino e i suoi cambiamenti: primo distacco, inserimento al nido o alla scuola dell’infanzia, arrivo del fratellino, difficoltà con il cibo e con il sonno, togliere il pannolino, cosa fare con il ciuccio, irrequietezza, affrontare un piccolo intervento …

Se desiderate fissare un incontro potete telefonare in Consultorio il mercoledì dalle 10 alle 11 e il venerdì dalle 9 alle 12 chiedendo del Servizio 0-5 anni. Il servizio è gratuito.

IL SERVIZIO

Si tratta di una consultazione psicologica che si propone di intervenire precocemente sulla relazione genitori bambino per favorire rapidamente la ripresa della funzione dell’ambiente emotivo e, quindi, di un buono sviluppo psicologico del bambino. La consultazione offre cinque collo- qui con la famiglia a cadenza quindicinale e un intervento di follow-up a distanza di sei mesi. L’equipe è composta da psicologi psicoterapeuti dell’età evolutiva.

A CHI SI RIVOLGE

Alle famiglie con bambini da 0 a 5 anni che manifestano difficoltà emotive, del ritmo sonno-veglia, dell’ambientazione, della relazione. Difficoltà per le quali si rende necessario un inter- vento di comprensione del mondo in- terno del bambino, delle sue emozioni, di come sente la presenza delle figure genitoriali e di quanto sta affrontando attorno a lui.

GLI OBIETTIVI

– Riattivare le risorse positive dei membri della famiglia.

– Favorire il ripristino e/o lo sviluppo delle competenze del bambino.

– Accogliere e contenere gli stati emotivi della mamma e del papà per con- sentire loro di esprimere e riconoscere dubbi, disagi, ansie e preoccupazioni che avvertono nel rapporto quotidiano con il loro bambino.

– Recuperare le funzioni genitoriali.

CONTATTI

CONSULTORIO FAMILIARE ONLUS

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