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Ecco come è possibile rendere serena la visita dal dentista

Ecco come è possibile rendere serena la visita dal dentista

Per tutti i bambini terrorizzati al solo pronunciare la parola dentista e ancora di più all’idea di doverci andare per una visita, un controllo, o peggio un intervento ecco come è possibile rendere serena la visita dal dentista, attraverso la sedazione pediatrica.

 La sedazione Pediatrica in ambito Odontoiatrico rappresenta una nuova sfida per la Medicina.

La sensibilizzazione nei confronti di questo argomento nasce, paradossalmente, dall’esperienza maturata con gli adulti. Sono infatti molte le persone che, pur non soffrendo di alcun disturbo dell’affettività (sindrome ansiosa, attacchi di panico), manifestano una vera e propria odontofobia anche nel caso di procedure non invasive e di breve durata. Spesso la causa è da attribuire ad una sgradevole esperienza vissuta dal dentista quando si era bambini.

Da qui lo spunto per un’idea vincente: ridurre, fino ad eliminarla, l’odontofobia negli adulti educando il bambino a crescere avendo fiducia del dentista.

E’intuitivo che sarebbe estremamente riduttivo parlare solo di tecniche farmacologiche. Il bambino richiede un approccio multimodale proprio in considerazione delle caratteristiche che lo contraddistinguono (emotività, difficoltoso distacco dal genitore)

Quali attenzioni attivare per far vivere al bambino un’esperienza serena?

Presupposto essenziale è un ambiente a misura di bambino:

  • sala di aspetto accogliente, con spazio per i giochi e/o attività ludiche che “distraggano” il piccolo paziente (colorare, costruire)
  • ambiente  vivace con  pareti con colori allegri.

Molto utili i disegni di ringraziamento che spontaneamente molti bimbi compongono alla fine delle cure  e che generano un fenomeno chiamato effetto gregge, vale a dire il bambino prende coraggio nel vedere che suoi coetanei sono rimasti soddisfatti del trattamento ricevuto

Altro requisito fondamentale è l’approccio “delicato “ da parte del curante. Atteggiamenti sbrigativi, toni di voce perentori possono spaventare il bambino,

Va evitato l’inquinamento acustico. Il  bambino, per quanto ben preparato e collaborativo, può perdere la concentrazione se nella stanza ove viene sottoposto al trattamento vi sono rumori molesti , ad esempio operatori che parlano a voce alta, porte che si aprono e chiudono in continuazione.

Un altro espediente “vincente” consiste nel coinvolgere il bambino, che accetta sempre la sfida,  nel superare la prova “battendo” gli altri “rivali” con incentivazioni del tipo “un premio a punti” od un vero e proprio “diploma di coraggio”. I piccoli pazienti sono molto attratti daqueste “sfide” e le accettano sempre con entusiasmo.

Se tutti questi accorgimenti comportamentali  si rivelassero “inadeguati “ magari perchè il bambino è reduce da precedenti sgradevoli esperienze,  è necessario prendere in considerazione tecniche farmacologiche.

La più semplice ed antica e attiva già dal 1846, consiste nel somministrare , attraverso una mascherina nasale, il protossido di azoto volgarmente conosciuto, anche nei film comici, come gas esilarante. Il protossido di azoto ha un ampio margine di sicurezza e la profonditàdella sedazione può essere modulata in base alle esigenze cliniche.

Come ultima risorsa può essere utlizzato, da un Medico Anestesista , il Midazolam . Sitratta di una benzodiazepina (stessa classe farmacologica del Valium) che può esseresomministrata attraverso una via non invasiva (sublinguale o intranasale). L’inizio d’azioneè rapido e l’effetto persiste per circa 45 minuti.

In conclusione:

La sedazione pediatrica in ambito Odontoiatrico assume ogni giorno maggior rilevanza. Richiede un approccio multimodale, non è invasiva, è sicura e consente l’esecuzione di procedure che prima potevano essere eseguite solo in ambiente Ospedaliero

dott. Italo Pasetto 

anestesista e rianimatore

presso i poliambulatori SMAO di S. Zeno.

Potrebbe anche interessarti:

Conosci il dott. Pasetto nell’intervista rilasciata per la rubrica Piccoli ma Grandi: Dal dentista, senza paura!
Guarda gli altri video della rubrica Piccoli ma Grandi

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La sensibilizzazione nei confronti di questo argomento nasce, paradossalmente, dall’esperienza maturata con gli adulti. Sono infatti molte le persone che, pur non soffrendo di alcun disturbo dell’affettività (sindrome ansiosa, attacchi di panico), manifestano una vera e propria odontofobia anche nel caso di procedure non invasive e di breve durata. Spesso la causa è da attribuire ad una sgradevole esperienza vissuta dal dentista quando si era bambini.

Da qui lo spunto per un’idea vincente: ridurre, fino ad eliminarla, l’odontofobia negli adulti educando il bambino a crescere avendo fiducia del dentista.

E’intuitivo che sarebbe estremamente riduttivo parlare solo di tecniche farmacologiche. Il bambino richiede un approccio multimodale proprio in considerazione delle caratteristiche che lo contraddistinguono (emotività, difficoltoso distacco dal genitore)

Quali attenzioni attivare per far vivere al bambino un’esperienza serena?

Presupposto essenziale è un ambiente a misura di bambino:

  • sala di aspetto accogliente, con spazio per i giochi e/o attività ludiche che “distraggano” il piccolo paziente (colorare, costruire)
  • ambiente  vivace con  pareti con colori allegri.

Molto utili i disegni di ringraziamento che spontaneamente molti bimbi compongono alla fine delle cure  e che generano un fenomeno chiamato effetto gregge, vale a dire il bambino prende coraggio nel vedere che suoi coetanei sono rimasti soddisfatti del trattamento ricevuto

Altro requisito fondamentale è l’approccio “delicato “ da parte del curante. Atteggiamenti sbrigativi, toni di voce perentori possono spaventare il bambino,

Va evitato l’inquinamento acustico. Il  bambino, per quanto ben preparato e collaborativo, può perdere la concentrazione se nella stanza ove viene sottoposto al trattamento vi sono rumori molesti , ad esempio operatori che parlano a voce alta, porte che si aprono e chiudono in continuazione.

Un altro espediente “vincente” consiste nel coinvolgere il bambino, che accetta sempre la sfida,  nel superare la prova “battendo” gli altri “rivali” con incentivazioni del tipo “un premio a punti” od un vero e proprio “diploma di coraggio”. I piccoli pazienti sono molto attratti daqueste “sfide” e le accettano sempre con entusiasmo.

Se tutti questi accorgimenti comportamentali  si rivelassero “inadeguati “ magari perchè il bambino è reduce da precedenti sgradevoli esperienze,  è necessario prendere in considerazione tecniche farmacologiche.

La più semplice ed antica e attiva già dal 1846, consiste nel somministrare , attraverso una mascherina nasale, il protossido di azoto volgarmente conosciuto, anche nei film comici, come gas esilarante. Il protossido di azoto ha un ampio margine di sicurezza e la profonditàdella sedazione può essere modulata in base alle esigenze cliniche.

Come ultima risorsa può essere utlizzato, da un Medico Anestesista , il Midazolam . Sitratta di una benzodiazepina (stessa classe farmacologica del Valium) che può esseresomministrata attraverso una via non invasiva (sublinguale o intranasale). L’inizio d’azioneè rapido e l’effetto persiste per circa 45 minuti.

In conclusione:

La sedazione pediatrica in ambito Odontoiatrico assume ogni giorno maggior rilevanza. Richiede un approccio multimodale, non è invasiva, è sicura e consente l’esecuzione di procedure che prima potevano essere eseguite solo in ambiente Ospedaliero

dott. Italo Pasetto 

anestesista e rianimatore

presso i poliambulatori SMAO di S. Zeno.

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