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Mese: Marzo 2017

Un bebè in arrivo: consigli per scegliere gli elettrodomestici più adatti alla tua famiglia

Un bebè in arrivo: consigli per scegliere gli elettrodomestici più adatti alla tua famiglia

Hai un bebè in arrivo? Allora sicuramente starai avendo enormi difficoltà a contenere la tua gioia, ma anche quelle paure e insicurezze che emergono sempre quando un bimbo si appresta ad invadere e ad arricchire la vita di una famiglia. Da questo punto di vista, non devi preoccuparti: sarai sicuramente un genitore perfetto, ma questo non deve comunque farti perdere d’occhio alcuni dettagli fondamentali per accogliere al meglio il bimbo e per poter svolgere tutta una serie di compiti di pulizia con il massimo dell’efficienza ed il minimo della fatica. Ed ecco che la scelta degli elettrodomestici è  fondamentale per ottenere questo obiettivo: vediamo dunque una guida su come scegliere al meglio gli elettrodomestici che non possono mancare in una casa animata dalla presenza di un bimbo.

Come scegliere la lavatrice?

Quando scegli una lavatrice per una casa con un bimbo, non devi mai sottovalutare l’importanza dell’igienizzazione dei suoi vestitini. Da questo punto di vista, dunque, noi ti consigliamo di acquistare una lavatrice che possegga una funzione per igienizzare i capi del tuo bimbo, così da uccidere ogni batterio ed evitare qualsiasi rischio per la sua salute nei primi anni di vita. Questa è una funzione disponibile ad esempio in molti modelli di lavatrici LG, ivi comprese le lavatrici piccole, ideali per via del fatto che si adattano perfettamente anche per le case e gli ambienti poco spaziosi o dove c’è necessità di fare spazio ad armadi e altre soluzioni componibili, poiché quando c’è un nuovo membro della famiglia, saprai anche tu che ogni centimetro può fare la differenza.

I piccoli elettrodomestici: quali sono i più importanti?

Quando accogli un bimbo nella tua vita – e nella tua casa – scopri l’esistenza di tanti piccoli elettrodomestici che prima ti suonavano sconosciuti, ma che oggi dovrai imparare a conoscere e ad utilizzare come se fossero i tuoi migliori amici. Ma quali sono i più importanti? Parliamo innanzitutto degli sterilizzatori e degli igienizzanti: fondamentali per igienizzare e per pulire a fondo le cose che il tuo bimbo utilizza quotidianamente, come ad esempio i contenitori per il cibo ed il biberon. Inoltre, non dimenticarti mai dell’importanza di altri piccoli elettrodomestici fondamentali per le famiglie con bimbi piccoli, come ad esempio il minipimer, il baby-monitor o l’aspiratore nasale, che renderanno la vostra vita molto più semplice.

Asciugatrice e robot aspiratore: due alleati per il bimbo

Chiudiamo la nostra guida all’acquisto dei migliori elettrodomestici per famiglie con bimbi piccoli, prendendo in esame l’asciugatrice e il robot aspiratore: due alleati eccezionali per la salute del tuo bimbo in casa. Il motivo? Partiamo innanzitutto dall’asciugatrice: importantissima per asciugare i panni del bimbo senza per questo stenderli fuori dalla finestra, e dunque esporli all’azione dei patogeni contenuti dall’aria e dallo smog cittadino. Inoltre, con l’asciugatrice potrai ottenere un risultato in morbidezza altrimenti impossibile: un altro fattore che devi considerare come prioritario per il tuo bimbo, la cui pelle è molto sensibile nei primi anni di vita. Infine, il robot aspiratore automatico: utilissimo per lavare a fondo i pavimenti, ma senza richiedere il tuo supporto. Facendo tutto da solo, ti consentirà di non distrarti per ore e di avere più tempo da dedicare al tuo bambino.

Che cos’è la disgrafia?

Che cos’è la Disgrafia? Che disturbi può causare nei bambini e nei ragazzi? Quali sono le cause?

Ce lo spiega dettagliatamente la Dott.ssa Dialisa Salamone, esperta in rieducazione  della scrittura e di questo tipo di problematiche incontrata per questa puntata della rubrica Piccoli ma Grandi

La dottoressa riceve su appuntamento a Brescia e Verona e ha attivato un’interessante sportello disgrafia in collaborazione con Bresciabimbi. Si tratta della possibilità gratuita di un servizio di supporto per genitori e insegnanti con lo scopo di ottenere un primo parere su scritture sospette.

Guarda la puntata


Dott.ssa Dialisa Salamone
Grafologa, Rieducatrice della scrittura dal 2003
telefono: 346 323 85 71
info@disgrafia-verona.it
www.disgrafia-verona.it

Contatta il Servizio GRATUITO sportello DISGRAFIA

sportello-disgrafia

Ecco come è possibile rendere serena la visita dal dentista

Per tutti i bambini terrorizzati al solo pronunciare la parola dentista e ancora di più all’idea di doverci andare per una visita, un controllo, o peggio un intervento ecco come è possibile rendere serena la visita dal dentista, attraverso la sedazione pediatrica.

 La sedazione Pediatrica in ambito Odontoiatrico rappresenta una nuova sfida per la Medicina.

La sensibilizzazione nei confronti di questo argomento nasce, paradossalmente, dall’esperienza maturata con gli adulti. Sono infatti molte le persone che, pur non soffrendo di alcun disturbo dell’affettività (sindrome ansiosa, attacchi di panico), manifestano una vera e propria odontofobia anche nel caso di procedure non invasive e di breve durata. Spesso la causa è da attribuire ad una sgradevole esperienza vissuta dal dentista quando si era bambini.

Da qui lo spunto per un’idea vincente: ridurre, fino ad eliminarla, l’odontofobia negli adulti educando il bambino a crescere avendo fiducia del dentista.

E’intuitivo che sarebbe estremamente riduttivo parlare solo di tecniche farmacologiche. Il bambino richiede un approccio multimodale proprio in considerazione delle caratteristiche che lo contraddistinguono (emotività, difficoltoso distacco dal genitore)

Quali attenzioni attivare per far vivere al bambino un’esperienza serena?

Presupposto essenziale è un ambiente a misura di bambino:

  • sala di aspetto accogliente, con spazio per i giochi e/o attività ludiche che “distraggano” il piccolo paziente (colorare, costruire)
  • ambiente  vivace con  pareti con colori allegri.

Molto utili i disegni di ringraziamento che spontaneamente molti bimbi compongono alla fine delle cure  e che generano un fenomeno chiamato effetto gregge, vale a dire il bambino prende coraggio nel vedere che suoi coetanei sono rimasti soddisfatti del trattamento ricevuto

Altro requisito fondamentale è l’approccio “delicato “ da parte del curante. Atteggiamenti sbrigativi, toni di voce perentori possono spaventare il bambino,

Va evitato l’inquinamento acustico. Il  bambino, per quanto ben preparato e collaborativo, può perdere la concentrazione se nella stanza ove viene sottoposto al trattamento vi sono rumori molesti , ad esempio operatori che parlano a voce alta, porte che si aprono e chiudono in continuazione.

Un altro espediente “vincente” consiste nel coinvolgere il bambino, che accetta sempre la sfida,  nel superare la prova “battendo” gli altri “rivali” con incentivazioni del tipo “un premio a punti” od un vero e proprio “diploma di coraggio”. I piccoli pazienti sono molto attratti daqueste “sfide” e le accettano sempre con entusiasmo.

Se tutti questi accorgimenti comportamentali  si rivelassero “inadeguati “ magari perchè il bambino è reduce da precedenti sgradevoli esperienze,  è necessario prendere in considerazione tecniche farmacologiche.

La più semplice ed antica e attiva già dal 1846, consiste nel somministrare , attraverso una mascherina nasale, il protossido di azoto volgarmente conosciuto, anche nei film comici, come gas esilarante. Il protossido di azoto ha un ampio margine di sicurezza e la profonditàdella sedazione può essere modulata in base alle esigenze cliniche.

Come ultima risorsa può essere utlizzato, da un Medico Anestesista , il Midazolam . Sitratta di una benzodiazepina (stessa classe farmacologica del Valium) che può esseresomministrata attraverso una via non invasiva (sublinguale o intranasale). L’inizio d’azioneè rapido e l’effetto persiste per circa 45 minuti.

In conclusione:

La sedazione pediatrica in ambito Odontoiatrico assume ogni giorno maggior rilevanza. Richiede un approccio multimodale, non è invasiva, è sicura e consente l’esecuzione di procedure che prima potevano essere eseguite solo in ambiente Ospedaliero

dott. Italo Pasetto 

anestesista e rianimatore

presso i poliambulatori SMAO di S. Zeno.

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Conosci il dott. Pasetto nell’intervista rilasciata per la rubrica Piccoli ma Grandi: Dal dentista, senza paura!
Guarda gli altri video della rubrica Piccoli ma Grandi

Uomini e donne al volante: un’infografica che sfata i luoghi comuni

Uomini e donne al volante: un’infografica che sfata i luoghi comuni

L’otto marzo è la Festa della Donna. Con l’occasione automobile.it, sito di compravendita di auto nuove e usate, ha sviluppato l’infografica Uomini e Donne al volante – Tutta la verità per fare il punto su come si comportano realmente le donne al volante e per capire se ci sono differenze significative tra il modo di guidare maschile e femminile.

Sfatare il luogo comune così radicato e riassunto nel detto “donne al volante, pericolo costante” può essere molto difficile. Eppure se si guardano i numeri, il mito che vede le donne incapaci di guidare si rivela un falso mito, che esiste più nella percezione di automobilisti, motociclisti e pedoni che nella realtà.

Gli uomini guidano più delle donne; rappresentano infatti il 57% del totale degli automobilisti italiani. Non c’è tuttavia grande differenza per quanto riguarda l’utilizzo dell’auto: nel 2015, infatti, è stato calcolato che ogni uomo italiano abbia percorso in auto circa 11.500 km., la distanza che collega Roma a Manila. Le donne si fermano però poco prima, a Giacarta, con un totale di 10.600 km e mille chilometri in meno che, nell’arco di un anno, sono meno di 3 chilometri al giorno.

I dati relativi a uomini e donne al volante sono simili anche se si guardano le strade a più alto tasso di pericolosità. In entrambi i casi le strade dove avviene il maggior numero di incidenti sono quelle urbane dove si verifica il 70% dei sinistri “maschili” e il 71% di quelli “femminili”. Sulle autostrade avviene invece il 6% degli incidenti complessivi, sia che alla guida ci sia un uomo sia che ci sia una donna.

Dai dati raccolti e presentati nell’infografica non sembrano esserci dunque differenze sostanziali tra uomini e donne alla guida; le differenze emergono, invece, al momento di scegliere un’auto: gli uomini sono più sognatori mentre le donne sono più pragmatiche e impiegano il 10% del tempo in meno per decidere quale auto usata acquistare.

Lo studio realizzato da automobile.it ha indagato anche sulle cause alla base del luogo comune.

Due possibili ragioni sono distrazione e insicurezza, “difetti femminili” che sarebbero alla base del pregiudizio soprattutto secondo i più giovani. Un’altra possibile ragione è lo stress al volante: gli uomini sono più strettati ma sono più bravi a nasconderlo; quattro donne su cinque ammettono infatti di sentirsi sotto pressione mentre sono alla guida, una sensazione che si trasmette alle persone che si incontrano in strada, siano essi pedoni, altri automobilisti o compagni di viaggio.

Se neanche i numeri riescono a sfatare il luogo comune, bisognerà conviverci.

Nell’infografica viene offerto qualche consiglio su come fare; se quasi una donna su due, infatti, ha la ferrea volontà di smentire questa credenza con i fatti, sono tante le donne che hanno ormai rinunciato e si dicono non interessate a questo pregiudizio oppure rassegnate al fatto che non ci siano soluzioni.

Infografica a cura di automobile.it

Dal dentista, senza paura!

Dal dentista, senza paura!

Nuova puntata di Piccoli ma Grandi dedicata ad una delle figure più paurose nel panorama sanitario: il dentista!

Ben più temuto dell’odiosa puntura il dentista detiene addirittura il terso posto nella classifica delle più grandi paure degli adulti.

E’ facile comprendere quanto ciò che spaventa i genitori non possa divertire i bambini, almeno al primo impatto.

Proprio per evitare che i piccoli, magari accompagnati da genitori con brutte esperienze, ereditino questa fobia è importante attivare piccole accortezze che rendano l’ambiente e l’intervento più piacevole.

La cortesia e la comprensione del professionista che si incontra sono un aspetto da non sottovalutare.

Ci racconta tutto il dottor Italo Pasetto anestesista e rianimatore presso i poliambulatori SMAO di S. Zeno.

 

Guarda la puntata!

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Asili nido – comune di Brescia

Elenco degli asili nido presenti nel comune di Brescia e suddivisi in per zona

Zona Nord

Quartieri: San Rocchino – Villaggio Prealpino – San Bartolomeo – Casazza – S. Eustacchio – Borgo Trento – Mompiano

  • Battibaleno – Via Maiera 21
  • Abbraccio – Via Lipella 41
  • Girasole – Via Casazza 38
  • Corte Chiara – Via Trento 155 Sezione Primavera c/o Tadini – Via Gadola 14

Zona Centro

Quartieri: Brescia Antica – Porta Milano – Centro Storico Nord – Centro Storico Sud -Porta Venezia – Crocifissa di Rosa – San Rocchino

  • L’Albero dei Sogni – Contrada S. Giovanni 25
  • Girotondo – Via M. Franchi 25
  • Pollicino – Vicolo Medici 6
  • Abracadabra – Via Castellini 9
  • Sole – Viale Piave 46
  • Abbraccio – Via Lipella 41

Zona Sud

Quartieri: Don Bosco – Folzano – Fornaci – Lamarmora – Porta Cremona – Chiesanuova – Villaggio Sereno

  • S. Filippo Neri – Villaggio Sereno Trav.XIV 187
  • Passerini – Via Belvedere 26
  • Arcobaleno – Via Mantice 5
  • Primavera – Via Micheli 2
  • S.M. della Vittoria | Castello Incantato – Via Zanelli 5
  • Scoiattolo – Via Noce 69
  • Crescere Assieme – Via Cernaia 2

Zona Ovest

Quartieri: Villaggio Badia – Villaggio Violino – Primo Maggio – Chiusure – Fiumicello – Urago Mella

  • S. Antonio | Piccolo Principe – Via Chiusure 83
  • Mondo del Colore – Via Panigada 4
  • La Giostra – Via Ercoli 1

Zona Est

Quartieri: San Polo – Sanpolino  -Bettole – Buffalora – Sant’ Eufemia – Caionvico

  • Magicomondo – Via Cimabue 275
  • Cucciolo – Via Raffaello 200
  • La Fabbrica dei Sogni – Via Bramante 272
  • G. Sega | I Paperini – Via Sega 12
  • Sole – Viale Piave 46
  • Pesciolino Rosso – Via Levi Sandri 45

COMUNE DI BRESCIA – Settore Servizi per l’Infanzia

P.le della Repubblica, 1

25121 Brescia –

Tel. 030.297.7460

Ufficio Iscrizioni: Tel. 030.29773102977482
utenze.nidi@comune.brescia.it

ISCRIZIONI solo ONLINE

Portale dei servizi del Comune di Brescia

Per avere maggiori informazioni è possibile visionare i video dei tour virtuali che ci portano all’interno di ogni singolo nido sul sito dedicato RESTIAMO VICINI dove sono riportati anche i link per gli open day virtuali programmati.

Fai il tour dei nidi del comune di Brescia

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Criteri, modalità e requisiti per l’iscrizione dei bambini agli asili nido del comune di Brescia

 

Cellule staminali cordonali: una risorsa in più per combattere la malattia

Cellule staminali cordonali: una risorsa in più per combattere la malattia

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Quanto è importante conservare le cellule staminali del cordone ombelicale? Spesso i genitori non sanno che hanno tra le mani un bene prezioso, un vero e proprio patrimonio biologico. Le staminali cordonali infatti sono impiegate in campo medico per il trattamento di oltre 80 patologie. Di seguito alcuni casi di successo.

In Illinois, grazie ad un trapianto autologo di cellule staminali cordonali conservate alla nascita, una bambina di nove anni oggi va a scuola e gioca con altri suoi coetanei. Non pensa più alla sua malattia, una leucemia linfoblastica acuta sconfitta ormai da sei anni 1 .

Jan, un bambino di cinque anni, grazie al cordone ombelicale del suo fratellino, impiegato nel trattamento dell’anemia aplastica, una disfunzione nella produzione di midollo osseo, è finalmente uscito dall’ospedale 2 . Jan, grazie al trapianto, può fare quasi tutto ciò che fanno gli altri bambini della sua età. Questo è successo a Osnabrück, vicino Hannover, in Germania. La sua malattia avrebbe potuto essere trattata così già in precedenza se il suo stesso sangue del cordone ombelicale fosse stato disponibile.

Ma l’elenco continua. Mohammed, sette anni, sottoposto all’ospedale di Pavia al trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale prelevate dal fratello minore, oggi può combattere una rara malattia genetica che lo priva delle difese immunitarie 3 .

Charlie Whitaker a quattro anni ha potuto finalmente dire addio alle frequenti trasfusioni cui era costretto sottoporsi a causa dell’anemia di Blackfan-Diamond e che inibiva in parte la produzione di globuli rossi 3 .

Dallas Hextell, affetto da paralisi cerebrale, grazie al trapianto autologo di cellule staminali del cordone ombelicale oggi è in grado di sorridere, camminare e parlare 4 .

 

Per ulteriori informazioni: www.sorgente.com

Note

1.Il caso è stato presentato sulla prestigiosa rivista specializzata "Pediatrics" con un articolo dal titolo: “Blood Transplantation in the Treatment of a Child With Leukemia.” (Pediatrics 2007; 119: e296-e300)

2 Trapianto eseguito in data 26 settembre 2005 presso la Facoltà di Medicina di Hannover

3 Fonte: ADUC – Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori

4 Fonte: Los Angeles Times

Uova che fanno bene ai bambini

Uova che fanno bene ai bambini

La Pasqua inizia a sentirsi nell’aria e ormai è diventato quasi un “classico” acquistare e regalare a bambini  e grandi le uova di cioccolato.
In commercio ce sono di ogni dimensione, gusto e personaggio. Vanno infatti molto di moda, soprattutto tra i bambini, le uova brandizzate con il personaggio del momento, il cartone animato, l’ultimo film al cinema o la serie tv che impazza tra i ragazzi.

Tra tutte queste proposte ne segnalo una certamente benefica, fa bene al cuore di chi le acquista e ancora di più fa bene ai bambini ricoverati presso l’ospedale dei bambini del Civile di Brescia.

Si tratta delle uova dell’ Associazione Zebra onlus che sostiene questo reparto e per questa Pasqua raccoglie fondi per :

  • ampliare la radiologia pediatrica
  • inserire una risonanza magnetica nucleare ad uso esclusivo per i piccoli pazienti
  • diagnosi specifiche non invasive

Una buona diagnosi e in tempi ridotti può fare la differenza per la qualità di vita di tutti i bambini.

Le uova di Pasqua rendono questo obiettivo ancora più vicino.

Per prenotazioni o richieste è possibile contattare:
lazebraonlus@gmail.com 
oppure Monica 320 416 4327
Fb: Associazione La Zebra onlus

Offerta a partire da € 5,00

Sono inoltre a disposizione dei biglietti della lotteria, con estrazione domenica 6 maggio ore 16.00 presso Harley-Davidson di viale S. Eufemia, 26 a Brescia sempre destinati al sostegno del  reparto di radiologia pediatrica dell’Ospedale dei bambini presso gli Spedali Civili di Brescia.

 

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Qui trovi tutte le date e i luoghi dove è possibile trovare ed acquistare le uova di Pasqua e i biglietti della lotteria (estrazione 6 maggio): le date della Zebra in tour per uova e biglietti

uova-che-fanno-bene-ai-bambini-zebra-onlusL’Associazione La Zebra Onlus è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale. Nasce dall’ispirazione ai principi di solidarietà umana rivolta in particolare ai bambini.

L’associazione intende supportare la diagnostica per immagini in ambito pediatrico con la raccolta di fondi per l’acquisto di apparecchiature performanti e in linea con le più moderne evoluzioni delle tecniche diagnostiche, la messa a disposizione di spazi e di personale altamente specializzato e, infine, di quant’altro possa rendersi necessario o opportuno per lo svolgimento di un ottimale iter diagnostico.


La radiologia ha assunto un ruolo sempre più importante nella diagnosi di tantissime patologie, in quanto le apparecchiature sono oggi altamente sofisticate e dalla corretta diagnosi dipende lo specifico trattamento, medico o chirurgico. Tutto questo ci porta ad affermare che la radiologia occupa oggi un ruolo fondamentale e imprescindibile nella diagnosi di un numero sempre crescente di patologie, attraverso la quale si orienta e definisce la scelta del corretto percorso di cura del paziente, vero centro di una ruota ideale sulla quale operano insieme i vari reparti di cura.


Ricordando ancora che “un bambino non è un piccolo adulto”, poiché sussistono importanti differenze per quanto riguarda le patologie tra bambini e adulti, l’importanza di un reparto di radiologia pediatrica ben strutturato dal punto di vista sia delle apparecchiature sia delle conoscenze mediche, è fondamentale.


L’attuale progetto dell’associazione è quello di collaborare e sostenere il reparto di radiologia pediatrica dell’Ospedale dei bambini presso gli Spedali Civili di Brescia.

Cos’è l’ambliopia o “occhio pigro”?

Cos’è l’ambliopia o “occhio pigro”?

L’ambliopia, conosciuta anche come “occhio pigro”, è un problema frequente nei bambini, interessandone circa il 4% della popolazione pediatrica . E’ caratterizzata da una diminuzione della capacità visiva in un occhio , mentre il controlaterale può essere normale. I percorsi visivi di un bambino non sono completamente sviluppati alla nascita. Per formarsi normalmente, il sistema visivo e il cervello del bambino devono essere stimolati con immagini chiare, focalizzate, allineate correttamente e sovrapposte provenienti da entrambi gli occhi. Questo sviluppo avviene principalmente nei primi 3 anni di vita e si completa a circa 8 anni.

Se il cervello non riceve uno stimolo visivo adeguato da un occhio durante il periodo di sviluppo, imparerà a ignorare (sopprimere) le immagini provenienti da quell’occhio, cosa che risulterà in una perdita della vista. Se la soppressione persiste per molto tempo, la perdita visiva può diventare permanente. In questo caso, è chiamata ambliopia.

Principali cause di ambliopia sono :

Ambliopia da difetto di refrazione: ossia legata ad una differente refrazione tra i due occhi. Questo infatti comporterà una visione più nitida con un occhio rispetto all’altro ed anche ad una difficile od impossibile capacità, da parte della corteccia cerebrale, di fondere insieme le immagine viste dai due occhi. Quando l’entità del vizio refrattivo è elevata alla corteccia arrivano, inviate dai due occhi, due immagini di grandezza diversa e che quindi non possono essere fuse in un’unica immagine. In questo caso, come detto, il cervello sceglierà di basarsi sull’immagine migliore “dimenticandosi” della presenza dell’occhio controlaterale. Questa generalmente è l’ambliopia più frequente ed è causata dagli usuali vizi refrattivi (specialmente ipermetropia ed astigmatismo) che in questi casi si presentano in modo abnorme o con differenze significative tra i due occhi. L’importante è riconoscere il disturbo in tempo, entro i 6-8 anni. Passata quell’età, infatti, recuperare l’occhio pigro diventa molto difficile: non è un difetto che si possa correggere con una lente. L’unica terapia è il bendaggio dell’occhio sano per lunghi periodi, perché quello ‘pigro’ sia costretto a lavorare e quindi a essere ‘reintegrato’ nel sistema visivo

Ambliopia da strabismo: si sviluppa quando uno dei due occhi è strabico e non fissa le immagini per cui il cervello impiega solo l’occhio sano per mettere a fuoco gli oggetti.

Ambliopia da privazione: è causata da patologie come la cataratta che impediscono all’occhio catarattoso di vedere correttamente.

Diagnosi

La diagnosi è possibile a qualsiasi età, e già a tre anni il pediatra ha la possibilità di valutare, anche se grossolanamente, il rischio di ambliopia.

Sicuramente tra i tre ed i quattro anni è il momento più utile per una visita oculistica. Questa sarà doverosamente anticipata se il genitore dovesse accorgersi di uno strabismo persistente ( dopo il 2-3 mese di vita), di un occhio “strano” (pupilla bianca, dimensioni delbulbo asimmetriche e/o insolite, eccessiva lacrimazione, ecc.) o quando esistono patologie oculari in famiglia e specialmente parenti stretti con fatti di ambliopia.

L’occhio pigro non da, abitualmente, alcuna sintomatologia. Bambini, genitori, insegnanti difficilmente si possono accorgere di tale patologia. Mentre, come abbiamo detto, la diagnosi precoce è fondamentale per ottenere, il più delle volte, un recupero funzionale completo.

Spesso purtroppo invece la diagnosi viene posta in età avanzata quando la situazione è ormai irreversibile.

Per la diagnosi è indispensabile la classica misurazione della vista supportata da un controllo della motilità muscolare ed un semplice esame della visione stereopsica ossia la capacità di vedere il mondo che ci circonda in visione tridimensionale (percezione della profondità ).

Dal punto di vista pratico è sufficiente diagnosticare una differenza di due decimi di visus, dopo aver eseguito un’ accurata correzione dell’eventuale difetto refrattivo, per supporre la presenza di una ambliopia ..

Cura dell’ambliopia

Per il trattamento dell’ambliopia la diagnosi precoce è fondamentale. In presenza di strabismo o di vizio di refrazione è fondamentale una visita oculistica approfondita atta a correggere al più presto e radicalmente il difetto visivo .

La cura dell’ambliopia si basa su un principio: penalizzare l’occhio che ci vede bene, per stimolare l’altro – quello “pigro” – a entrare in funzione. Le cure sono efficaci e il deficit visivo si può correggere in modo molto soddisfacente, a patto che sia preso in tempo e che le indicazioni degli specialisti vengano rispettate.

Il trattamento consiste in:

 uso delle lenti, per correggere l’eventuale difetto visivo alla base del problema (miopia, ipermetropia, strabismo eccetera);

 occlusione dell’occhio sano del bambino, per sollecitare l’altro a lavorare. Bendare l’occhio sano infatti spinge il cervello a impegnare solo la funzione visiva dell’occhio pigro.

In alcuni casi può anche essere necessario – prima di applicare il bendaggio – intervenire con un breve intervento chirurgico:

 per riallineare l’asse visivo degli occhi, se c’è un strabismo molto marcato;

 per rimuovere un eventuale ostacolo che impedisce la visione (per esempio, una cataratta).

Maggiore è il deficit visivo dell’occhio pigro e maggiore è la necessità di occlusione dell’occhio sano. Ma le modalità di questo bendaggio variano da caso a caso e dipendono dalla valutazione degli specialisti: per esempio, l’occhio può essere bendato solo a scuola; oppure anche quando il bambino è davanti alla tv o quando fa i compiti a casa; può essere necessario fargli tenere il bendaggio per 3-4 giorni a settimana, in caso di ambliopia seria; oppure solo 1 o 2 giorni se l’ambliopia è lieve eccetera.

Il trattamento può durare molti mesi, a volte qualche anno (anche se le ore di bendaggio man mano diminuiscono con il tempo). Non deve essere interrotto prima del tempo, altrimenti si rischia che il bambino non recuperi più il difetto visivo.

E una volta raggiunto il risultato e recuperato il deficit visivo, non si deve comunque abbandonare il bendaggio da un giorno all’altro né togliere subito gli occhiali: l’occhio pigro rimane comunque più debole rispetto all’altro e se lo si priva bruscamente di ogni supporto rischia di perdere in breve tempo tutto il beneficio che ha ricevuto.

E’ infine importante che i controlli regolari continuino anche dopo la correzione del difetto visivo: fino ai 12-13 anni di età del bambino è possibile che ci siano delle recidive dell’ambliopia.

Dott. Vincenzo Miglio
specialista in oculistica
Responsabile di unità complessa oculistica
Fondazione Poliambulanza Brescia

Test prenatale non invasivo: quale scegliere

Test prenatale non invasivo: quale scegliere

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

Quando si aspetta un bambino una coppia deve prendere molte decisioni importanti che riguardano la salute di madre e piccolo. Infatti adottare buoni abitudini alimentari e seguire uno stile di vita equilibrato è indispensabile per garantire il benessere di mamma e feto. Allo stesso modo è importante sottoporsi a regolari visite mediche e ad un test prenatale non invasivo per tenere sotto controllo la propria salute e quella del futuro nascituro.

I ginecologi raccomandano alle gestanti di sottoporsi ad una serie di controlli standard per monitorare l’andamento della gravidanza. Particolare importanza hanno i test​ di screening prenatale non invasivi, ​ i quali permettono ai genitori di sapere in modo precoce, già durante il primo trimestre, come sta il loro bambino. Ci sono diversi tipi di esami di screening a cui una gestante può sottoporsi, ma non sempre si hanno le idee chiare su quale sia la scelta più idonea.

Per scegliere a quale test prenatale non invasivo sottoporsi è importante valutare una serie di fattori.

Per prima cosa occorre decidere quanto precocemente si desidera conoscere lo stato di salute del proprio bambino. Il test del DNA fetale è un esame prenatale non invasivo al quale le donne si possono sottoporre già a partire dalla 10 a ​ settimana di gravidanza. Il Bi test, combinato alla Translucenza nucale, può essere svolto tra la 11 a ​ e la 13 a ​ settimana, mentre il Tri test si svolge tra la 15 a ​ ​ e la 17 a ​ ​ settimana.

Un altro fattore importante per scegliere il test di screening a cui sottoporsi è il tasso​ di affidabilità, ​ che viene misurato sulla percentuale di anomalie (come la Trisomia 21) effettivamente rilevate e il tasso di falsi positivi (ossia risultati positivi del test quando invece l’anomalia non è presente). Per il Bi test, combinato con l’esame ecografico di translucenza nucale, il tasso di affidabilità si attesta all’85​% 1 ​ ​ , con una percentuale di falsi positivi che arriva fino al 5%. Il Tri test ha il tasso di affidabilità più basso, del 60​% circa e dà risultati falsi positivi fino all’8% dei casi. Il test prenatale del DNA fetale ha invece il tasso di affidabilità più alto, del 99​,9% 2 ​ ed è in grado di rilevare le principali anomalie cromosomiche con percentuale di risultati falsi positivi minore dello 0,3%.

Questi test sono esami di screening definiti di tipo “probabilistico”, ossia forniscono la probabilità in percentuale per cui il bambino potrebbe essere affetto un’anomalia cromosomica. Quando si ottiene un esito positivo o se la situazione non è chiara, sarà necessario sottoporsi ad esami​ di diagnosi prenatale invasivi che saranno in grado di confermare il risultato del test. Per questo motivo è importante valutare con attenzione a quale test di screening affidarsi. In questo modo è possibile ottenere immediatamente dei risultati attendibili diminuendo le probabilità di dover ricorrere a esami invasivi che potrebbero aumentare il rischio di aborto.

Chiedi consiglio al tuo ginecologo di fiducia e scegli il test di screening prenatale più adatto alle tue necessità.

Inoltre, scopri il test prenatale Aurora visitando www.testprenataleaurora.it​

 

Fonti:

1. Medicina dell’età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche ­ Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut
2. Poster Illumina ISPD_2014 Rev A

Una tigre all’ora del tè

Una tigre all’ora del tè

E se un giorno qualunque, durante l’ora del tè, una tigre enorme bussasse alla porta di casa e si unisse al rito della merenda?

Per la prima volta arriva in Italia un classico della letteratura inglese, firmato nel 1968 dall’autrice di “Quando Hitler rubò il coniglio rosa”: Judith Kerr ci racconta una storia che è solo all’apparenza semplice e surreale. Infatti, nell’esagerazione che piace tanto ai bimbi, nasconde una profonda metafora dell’accoglienza (la tigre simboleggia il diverso, che viene accolto con cortesia e si unisce al convivio). Probabilmente il racconto è una rielaborazione della paure infantili della Kerr, costretta dai nazisti ad abbandonare Berlino e fuggire a Londra con la famiglia. Le illustrazioni hanno sapore vintage; si possono infatti osservare le porcellane, gli oggetti casalinghi, i capi di abbigliamento in perfetto stile sixties. Da notare sono anche le espressioni miti e gentili dei protagonisti dell’albo, anche della tigre.

La storia è essenziale quanto irreale: un giorno, all’ora del tè, una grande tigre bussa alla porta e si autoinvita a fare merenda con Sophie e sua mamma. Golosissima in breve tempo divora tutti i biscotti, beve tutto il tè, tutta la birra del papà, anche tutta l’acqua del lavandino, esaurendo in pochi minuti tutta la dispensa della famiglia. Soddisfatta e con la pancia piena, la tigre saluta e se ne va, lasciando come unica prova della sua visita un o straordinario disordine e niente da cucinare. Chissà se il papà crederà alla storia che mamma e Sophie gli racconteranno appena tornato da lavoro?

Insieme a Una tigre all’ora del tè, sempre firmato da Judith Kerr e sempre edito da Mondadori, nel 2016 è uscito anche Mog la gatta distratta, primo di una fortunatissima serie che ha per protagonista una gattona particolarmente sbadata. Mog è un classico in Inghilterra e anche qui l’autrice si è divertita a far entrare ancora una volta in contatto umani e animali, che finiscono sempre per mettere a soqquadro stanze e case.

Ringrazio per questo suggerimento di lettura:

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