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Mese: Aprile 2015

Genitori e internet, la guida

Utilizzare internet e le sue potenzialità permette di essere sempre aggiornati, collegarsi con più parti del mondo; allo stesso tempo consente di accedere a chat e social network che modificano le interazioni reali  mascherando le difficoltà, proteggendo o distorcendo le emozioni.
Sempre più spesso anche minori utilizzano il web, ciò li espone a rischi. E’ necessario che gli adulti, quindi i genitori, si aggiornino sulle modalità di funzionamento, al fine di prevenire disagi e disturbi.

Arriva una  guida per genitori, educatori, insegnanti sul mondo della rete chiara ed immediata scaricabile gratuitamente.

Segue il link per scaricare una guida gratuita al mondo della rete

Strumento a cura di Dott.ssa Annalisa Croci, psicoterapeuta

cel. 334/2357696

www.ascoltopsicologo.it

E’ utile che i bambini continuino a scrivere a mano?

La nostra esperta di rieducazione della scrittura dott.ssa Dialiasa Salamone consiglia la lettura di questo articolo pubblicato da Adnkronos.com

 

E’ utile che i bambini continuino a scrivere a mano? La risposta è sì, anche in tempi di digitalizzazione ed uso sempre più estensivo del computer per vari aspetti della vita quotidiana. L’Accademia della Crusca, attraverso il suo periodico divulgativo “La Crusca per voi”, ospita il parere di Guido Gainotti, professore di neurologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che riafferma l’importanza e la validità dell’esperienza della grafia nei piccoli studenti.

“La scrittura è una delle attività che più hanno risentito del processo di digitalizzazione, poiché essa si è trasformata da un’attività manuale continua, compiuta con una penna, la cui punta scorreva su un foglio, in un’attività discontinua, basata sull’uso di una tastiera computerizzata – osserva il prof. Gainotti – Nel soggetto adulto questa sostituzione si è rivelata vantaggiosa, soprattutto per la maggiore rapidità che essa consente nella stesura del linguaggio scritto”.

In base ai presunti vantaggi che la digitalizzazione comporterebbe, si è fatta sempre più pressante la proposta di sostituire anche nel bambino l’apprendimento della scrittura manuale con quella basata sull’uso di una tastiera. Una proposta che lo specialista interpellato dall’Accademia della Crusca smonta decisamente.

Il neurologo Guifo Gainotti ricorda che sono state sollevate obiezioni sia di carattere neurobiologico (basate sullo studio dei meccanismi neurali che si svilupperebbero meglio in corso di una scrittura manuale che non di una scrittura tipografica) sia di carattere più genericamente psicologico circa l’impiego della tastiera al posto della grafia manuale in età infantile.

Ad esempio, alcuni autori hanno sostenuto che il riconoscimento di singole lettere sarebbe migliore in corso di apprendimento di una scrittura manuale che non imparando a scrivere su una tastiera, poiché le fini attività motorie compiute nel corso della scrittura manuale contribuirebbero al riconoscimento delle lettere stesse. In accordo con questa tesi, autori giapponesi hanno mostrato che la tendenza a scrivere manualmente aiuta a ricordare meglio la forma delle lettere. Per questa ragione, i bambini che imparano le parole scrivendole a mano le ricorderebbero meglio che non quelli che le imparano scrivendole su una tastiera.

Studi di risonanza magnetica funzionale (una metodica che permette di visualizzare le zone ‘attive’ del cervello) hanno chiarito il meccanismo responsabile di queste differenze. E’ stato, infatti, mostrato che le cortecce motoria e pre-motoria (coinvolte rispettivamente nell’esecuzione e nel controllo delle attività motorie) sono significativamente più attivate dalla presentazione di lettere scritte a mano che non da quella di lettere stampate, poiché queste strutture cerebrali sarebbero coinvolte non solo nell’esecuzione ma anche nell’analisi dell’attività grafica.

Risultati analoghi sono stati ottenuti dallo studio dei potenziali evento-correlati (onde cerebrali che si formano automaticamente in risposta a stimoli esterni) a livello della corteccia occipitale (sede della percezione visiva) in un compito che rifletteva la ‘familiarità motoria’ con le lettere osservate.

Anche questi risultati, spiega il saggio pubblicato sulla rivista “La Crusca per voi”, indicano che l’informazione motoria, contenuta nelle lettere scritte a mano, viene elaborata dal cervello e che questa elaborazione dipende dallo stato di attivazione della corteccia motoria corrispondente all’arto utilizzato nella scrittura. Si tratterebbe, quindi, di un aspetto particolare di un meccanismo più generale secondo cui l’osservazione dell’azione faciliterebbe la sua percezione visiva.

“A mio parere, anche trascurando il rilievo di questi dati sperimentali, appare molto discutibile la motivazione di base (la ricerca di maggiore rapidità nella stesura di una traccia scritta), che ha suggerito di sostituire nel bambino l’apprendimento di una scrittura manuale con una compiuta su una tastiera – sostiene – Guido Gainotti – Una scrittura più lenta permette, infatti, una più accurata elaborazione del pensiero che si intende esprimere graficamente, mentre una scrittura più rapida può indurre a una maggiore superficialità e a un più frequente ricorso ad espressioni stereotipate”.

Inoltre, una scrittura più veloce, argomenta il professore Gainotti, “rischia di far un minor uso di quelle funzioni di controllo che permettono di raggiungere una maggiore sintonia fra il pensiero che prende forma nel corso della scrittura e la sua realizzazione grafica”.

“Ora, in una società sempre più complessa come quella contemporanea, in cui paradossalmente la quantità prevale nettamente sulla qualità, ed in cui la rapidità di esecuzione è uno dei fattori che contribuiscono a questo squilibrio, noi riteniamo che un ruolo fondamentale sia svolto dai modelli di sviluppo cognitivo proposti per la costruzione ed il funzionamento di una mente che tende a raggiungere la propria maturazione”.

“Se vogliamo incrementare le capacità di riflessione e di approfondimento, necessarie per l’analisi di situazioni complesse e per l’elaborazione di risposte adeguate, dobbiamo concedere al cervello infantile i tempi necessari per tali elaborazioni, onde abituarlo a tale modalità di funzionamento – spiega il neurologo – Se, invece, vogliamo contribuire ad un’ulteriore velocizzazione di un sistema che corre senza avere consapevolezza dei punti di arrivo della propria corsa e delle conseguenze di lungo termine delle proprie scelte, possiamo privilegiare soluzioni che riducono i tempi a discapito delle funzioni di elaborazione e di controllo”.

Conclude il neurologo Guido Gainotti: “Evidentemente, non riteniamo che la scelta fra scrittura a mano e scrittura tipografica giochi un ruolo importante in questo senso, ma riteniamo che, comunque, essa faccia parte di un sistema di scelte, di cui dobbiamo tener conto nella valutazione consapevole del tipo di società verso cui vogliamo andare”

www.adnkronos.com/accademia-della-crusca-scuola-bimbi-continuino-scrivere-mano

 


Dott.ssa Dialisa Salamone
Grafologa, Rieducatrice della scrittura dal 2003
telefono: 346 323 85 71
info@disgrafia-verona.it
www.disgrafia-verona.it

Contatta il Servizio GRATUITO sportello DISGRAFIA

Famiglia di cuore

Famiglia di cuore – intervento di aiuto nell’esperienza di ADOZIONE

Il progetto vuole prendere avvio con percorsi in favore dei minori adottati e delle loro famiglie attraverso l’arteterapia e l’intervento psicologico. L’arteterapia utilizza i materiali artistici come medium per l’accesso al non verbale e a stati emotivi difficilmente esprimibili a parole. L’elemento fondamentale per ogni crescita psico-corporea è la qualità della relazione. Con i bambini adottati vi è una carenza nella relazione primaria caratterizzata dal vissuto abbandonico. Le famiglie adottive spesso si trovano di fronte a difficoltà perchè non supportate adeguatamente non solo a livello edcativo dei figli quanto a livello emotivo. L’esperienza terapeutica attraverso l’arte in un intervento di gruppo lavora come contenitore, supporto e mezzo preventivo per il bambino per evitare che si costruiscono relazioni interpersonali (e intrapsichiche) conflittuali, legate a dei vissuti abbandonici dei minori e per tanto di difficile gestione all’interno della famiglia. Parallelamente al percorso gruppale rivolto ai bambini, trova il suo senso uno spazio di ascolto psicologico rivolto alla coppia dei genitori adottivi finalizzato a offrire una possibilità di espressione e condivisione di emozioni sentimenti, paure, vissuti … sperimentati e incontrati nella costruzione del legame di attaccamento.

Di importanza fondamentale è offrire appoggio, ascolto, accoglienza e consiglio per la crescita del figlio. Spesso i genitori adottivi non hanno la conoscenza del vissuto del bambino per tanto non comprendono atteggiamenti comportamentali e affettivi destabilizzanti. Il distacco dalla madre naturale è un abbandono in qualsiasi forma venga processato. L’abbandono è un lutto. Questo va rielaborato nel corso della vita e preso a cuore in quanto esperienza traumatica. Attraverso l’utilizzo del medium artistico si vuole avvicinare questa tipologia di utenza supportando i genitori nelle loro ansie e perplessità offrendogli risposte autentiche, permettendo al bambino di rielaborare i suoi vissuti e crescere con un senso di identità autonomo. L’approccio artistico, non verbale, è indicato per affrontare tematiche profonde e difficilmente verbalizzabili, dal senso di colpa alla paura, al dolore che precede scelte, all’arrivo successivo di un figlio naturale.

Riteniamo che il lavoro con l’arteterpia e l’accompagnamento psicologico durante il percorso possano stimolare un contatto profondo, spontaneo e immediato con l’altro e possano facilitare il processo di attaccamento nella e alla nuova famiglia stimolando l’emersione di risorse emotive personali e creative sul piano inter e intrapersonale.

Modalità di intervento: gruppi di arteterapia a cadenza settimanale di bambini di età compresa tra 4-11 anni. Maggiore omogeneità possibile nell’abbinare le età e il tempo trascorso dall’adozione. Ascolto psicologico famigliare costruito sui bisogni specifici.

Dott. sa Antonella Agosti arteterapeuta clinica, Dott.sa Sara Lombardi, psicologa psicoterapeta

Info e Contatti: 3397159370/3663983274

 

Generazioni connesse

Il Safer Internet Centre raggruppa alcune fra le principali realtà nazionali che hanno a cuore l’uso responsabile, positivo e consapevole di internet e delle tecnologie digitali da parte dei più giovani.

Hanno realizzato e continuano a progettare, programmi di educazione e sensibilizzazione perché usare internet in tutta sicurezza è un bene troppo prezioso per essere sprecato.

I destinatari del progetto sono bambini, adolescenti, ragazzi , genitori e docenti cui sono dedicate sezioni specifiche con materiali di suporto e sostegno nell’affrontare temi difficili quali:

  • dipendenza online
  • cyberbullismo
  • sexting
  • pivacy
  • grooming
  • pedopornografia
  • gioco d’azzardo
  • videogiochi
  • malware e phishing
  • adescamento
  • cyberbullismo

 

con modalità diverse a seconda dei destinatari dei contenuti.

Divertente è la sezione dedicata ai Supererrori, interessante spunto di riflessione per i ragazzi su pratiche che mettono in atto e che possono provocare seri pericoli e disavventure in rete. L’obiettivo è stimolare la criticità e la consapevolezza dei ragazzi, oltre alla loro padronanza delle risorse della rete.

 

 

 

Trovi tutto raccolto sul sito Generazioni connesse

Bambini in viaggio: quali documenti?

Utile promemoria per viaggiare sereni con i bambini fornito dal blog Momandkids

BAMBINI IN VIAGGIO: CON QUALI DOCUMENTI?

Come saprete, dal 2012 tutti i minori possono viaggiare all’estero solo con un documento di viaggio individuale: carta d’identità per i Paesi europei e passaporto fuori Europa. I passaporti che contengono l’iscrizione di minori rilasciati fino a oggi rimangono comunque validi fino alla scadenza, questo anche per chi decide di utilizzare il passaporto per spostarsi in Europa.

Quale documento serve per viaggiare all’estero con i minori?

Leggete l’interessante e chiaro articolo per scoprire come viaggiare con le carte in regola!

Documenti per viaggiare con i bambini

 

 

Mutismo selettivo

Interessante analisi sul mutismo selettivo proposta da Adriana Cigni per il blog maestraemamma.

Il mutismo selettivo

di Adriana Cigni

Qualche giorno fa mio figlio mi ha sottoposto  ad una raffica di richieste concernenti una ricerca sul Rinascimento italiano (fra l’altro proposta da me in un momento di “orgoglio patriottico”). Dopo averlo rassicurato sui tempi, la scelta delle illustrazioni e la definizione dei termini ho riflettuto sull’agitazione e la paura che si nascondeva dietro a questo “compito”: ricerca sul Rinascimento Italiano.

Questo episodio ovviamente banale, mi ha dato lo spunto per definire  il tema di questo articolo: il mutismo selettivo. Ho capito che quando  la preoccupazione per gli avvenimenti futuri  raggiunge livelli massimi, diventa ansia. So che non è una grande scoperta  e ci saranno tomi e tomi di libri di psicologia a tale proposito ma credo che, nel caso del bambino  mutico, quest’ansia sia incontrollabile e diventi paura: paura di tutto ciò che può accadere fuori dal proprio spazio protetto, paura della novità, degli sconosciuti e della scuola . Forse i bambini che soffrono di mutismo selettivo, che viene appunto definito un disturbo legato all’ansia, provano proprio questo.

Questi bambini che non parlano a scuola  mentre a casa sono delle macchinette inarrestabili, questi bambini  che sembrano trasformarsi in statue di ghiaccio in classe, forse hanno solo tanta paura. Per la maggior parte dei casi questa paura non è giustificata da fatti reali , possiamo “indagare” , assicurarci che nessuno gli abbia fatto del male: non la maestra, non i compagni, nessuno.

continua a leggere l’articolo: Mutismo selettivo

Il Cyberbullismo

Continua la riflessione della dott.ssa Tania Vetere sul bullismo e più in particolare sul cyberbullismo.

Occorre conoscere per attivarsi. Buona riflessione!

Molestie virtuali ad effetto disastroso: IL CYBERBULLISMO

Ogni giorno siamo martellati (e disgustati…) da notizie di ragazzi che hanno ceduto sotto il peso delle molestie attuate nei loro confronti da veri e propri bulli tramite blog, social network, mail, SMS, MMS e altri canali interattivi. Questo nuovo fenomeno è stato definito Cyberbullismo proprio perché riguarda atti di bullismo, che vengono perpetrati attraverso mezzi elettronici e internet.

Il fenomeno del cyberbullying è in costante aumento: Schneier individua nella mancanza di visibilità, nell’anonimato, la pericolosità del “bullo elettronico”. Il bullo tecnologico pensa di molestare e perseguitare senza poter mai essere scoperto, barricandosi dietro la cosiddetta “mask of electronic anonymity”. Nel contesto del cyberbullying infatti, l’”Identità Reale” viene sostituita dall’ “Identità Virtuale”. Questa situazione di pseudo-anonimato tende ad indebolire le remore etiche che ognuno di noi abitualmente segue ed ascolta: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe mai nella vita reale.

Un’ulteriore specificità del fenomeno cyberbullismo risiede nella modalità di trasmissione del messaggio denigratorio o aggressivo che, a differenza del bullismo tradizionale, non avviene di persona. Ogni qualvolta il materiale oggetto di queste violenze finisce in rete è difficile che venga rimosso o cancellato. Questo fa sì che la vittima si senta ancora più impotente, rinforzando lo sbilanciamento di potere tra gli attori coinvolti (bullo e vittima), elemento tipico del bullismo tradizionale.

Oltre al persecutore e alla vittima, nel cyberbullismo assistiamo alla piena partecipazione di tutti quei personaggi che nel caso del bullismo tradizionale sarebbero stati considerati secondari: si tratta di tutti quegli “spettatori”, i cosiddetti bystanders, che osservano il fenomeno ma non intervengono a favore della vittima e condividendo i video o le foto sui social network alimentano la portata della sua pericolosità, dando vita a un vero e proprio processo di vittimizzazione.

Inoltre, mentre il bullismo tradizionale è un fenomeno circoscritto a determinati momenti della giornata, come ad esempio l’orario scolastico, e a luoghi specifici (ad esempio i corridoi della scuola), nel cyberbullismo le aggressioni risultano essere ininterrotte, agendo anche quando la vittima è a casa, rendendo così la dimensione spazio-temporale potenzialmente illimitata. Nancy Willard, Direttore del centro americano per l’utilizzo sicuro e responsabile di Internet (Center for safe and responsible internet use), nel suo libro “Educator’s Guide to Cyberbullying” ha individuato differenti tipologie di cyberbullismo:

1. Flaming: spedizione di messaggi online offensivi e volgari indirizzati ad un singolo o ad un gruppo di persone. Il caso tipico è rappresentato da insulti verbali all’interno di forum di discussione on-line.

2. Molestie (Harassment): spedizione ripetuta e ossessiva di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.

3. Denigrazione (Put-downs): spedizione di mail, sms, post su blog a diversi soggetti con lo scopo di danneggiare gratuitamente la reputazione di un singolo.

4. Sostituzione di persona (Masquerade): farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o per pubblicare contenuti volgari e reprensibili.

5. Rivelazioni (Exposure): rendere pubbliche informazioni riguardanti la vita privata e intima di una persona.

6. Inganno (Trickery): ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per ottenere confidenze, racconti privati, spesso imbarazzanti, al fine di renderli pubblici o condividerli con un gruppo di persone.

7. Esclusione (Exclusion): esclusione intenzionale di un soggetto da un gruppo online (“lista di amici”), da una chat, da un game interattivo o da altri ambienti protetti da password.

8. Cyber-persecuzione (cyberstalking): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura che spesso sfocia in vero e proprio terrore per la propria incolumità fisica.

9. Cyberbashing o happy slapping: comportamento criminale che ha inizio nella vita reale (un individuo un gruppo di individui molestano fisicamente un soggetto mentre gli altri riprendono l’aggressione con il videotelefonino) e che poi continua, con caratteristiche diverse, on line: le immagini, pubblicate su internet e visualizzate da utenti ai quali la rete offre, pur non avendo direttamente partecipato al fatto, occasione di condivisione, possono essere, commentate e votate. Il video ‘preferito’ o ritenuto il più ‘divertente’ viene, addirittura, consigliato.

Alcune delle conseguenze comportamentali più frequentemente rilevate nelle vittime del Cyberbullismo sono: un maggiore assenteismo a scuola e più basse prestazioni scolastiche (Katzer, Fetchenhauer, & Belschak, 2009); a livello psicologico sono stati identificati effetti come la depressione (Didden et al, 2009), l’ansia sociale (Juvoven & Gross, 2008) e una bassa stima di sé (Katzer et al, 2009). Come accennato inizialmente, spesso questo senso di inferiorità e di inadeguatezza delle vittime sfocia nel più drammatico e disperato degli agiti: il suicidio. Sappiamo tutti che in adolescenza le punizioni ed i comportamenti di controllo eccessivo hanno un effetto controproducente. Stabilire invece una buona comunicazione tra genitori e adolescenti, piuttosto che investire tempo e risorse su software di monitoraggio della navigazione online, è uno dei più importanti fattori protettivi in grado di arginare il fenomeno del cyber bullismo, promuovendo innanzitutto un utilizzo consapevole e responsabile dei nuovi media da parte dei giovani. Non dimentichiamolo!

Dott.ssa Tania Vetere – Psicologa

La zebra che correva troppo veloce

La zebra che correva troppo veloce
di Jenni Desmond
Lapis – p.40 – e.12,50

Se avete amato la saga di Elena Ferrante o se avete un’amica di lunga data, saprete certamente che nelle amicizie si va a velocità diverse.
C’è chi corre e c’è chi aspetta; chi tira e chi si lascia trascinare.
Non cresciamo tutti con lo stesso ritmo e il bello dell’amicizia è scoprire i reciproci cambiamenti, ognuno con i suoi tempi.

Oggi vi consiglio un albo illustrato della Lapis che racconta tutto questo.
C’è una zebra che corre troppo e finisce per perdere per strada i suoi amici, stanchi di rincorrerla per la savana.
Ci vorrà una giraffa per restituire alla combriccola il ritmo giusto.

Consigliato per bambini che stanno scoprendo quell’alchimia delicata e preziosa che è l’amicizia.
Età: 4-7 anni

Io sono tu sei

Io sono tu sei
di Silvia Roncaglia – ill. AntonGionata Ferrari
Il Battello a vapore – p.32 – e.12

Sin da piccoli i bambini sono fabbriche di emozioni.
Imparare a riconoscerle, a chiamarle per nome e cominciare a gestirle è uno dei passi fondamentali per crescere.

C’è un albo del Battello a vapore, consigliato per bambini dai 3 ai 5 anni, che è una sorta di manuale di educazione sentimentale per piccini. Dalla rabbia alle coccole, dai capricci all’amore: tutto è raccontato e illustrato nel rapporto con la mamma. Perché veder rappresentato sulla pagina quello che sentiamo dentro e non sappiamo ancora riconoscere è uno dei piccoli passi che facciamo ogni giorno per diventare grandi.

Mi leggi una favola
Io sono la tua conchiglia
Tu sei il suono del mare

età consigliata: 3-5 anni